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Questo articolo è stato pubblicato il 23 aprile 2014 alle ore 06:38.

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MILANO
Per Expo allo studio una Legge speciale bis. O meglio: un ampliamento dei poteri straordinari già individuati con l'attuale normativa, che ha concesso un anno fa al commissario unico Giuseppe Sala la possibilità di deroga sugli appalti, sul paesaggio e sull'ambiente.
Se ne parla in queste ore ai vertici della società di gestione dell'evento, nel Comune di Milano e in Regione Lombardia. L'obiettivo è soprattutto conferire maggiori poteri alla società Fiera di Milano, attualmente azionista con il 27,7% della società Arexpo (proprietaria dei terreni su cui sorgerà il sito espositivo), trasferendo ad essa l'incarico di gestire affidamenti e aprire bandi per gli allestimenti dei padiglioni.
La Legge speciale per Expo permetteva già alle partecipate pubbliche Infrastrutture lombarde (controllata dalla regione Lombardia) e Metropolitana milanese (controllata dal comune di Milano) di diventare a loro volta responsabili di alcuni settori: nel primo caso della direzione dei lavori dell'area espositiva; nel secondo caso del progetto del Padiglione Italia. Questa possibilità verrà estesa anche alla Fiera di Milano, per quanto riguarda, appunto, la realizzazione dei padiglioni. L'idea era stata già avanzata un anno fa, ma poi accantonata. Ora, con i tempi che stringono, torna attuale.
La norma, allo studio in questi giorni a Milano, verrà "trasmessa" a Roma con l'aiuto del ministro all'Agricoltura Maurizio Martina, che ha la delega per Expo. Poi, dal punto di vista tecnico, verrà trasformato in un emendamento da agganciare a qualche decreto prossimo al voto. Da valutare. La certezza è che la società Expo ha bisogno di qualche corsia preferenziale aggiuntiva per completare i lavori nel sito di Rho, dove tutto dovrà filare liscio, senza interruzioni né sovrapposizioni né rallentamenti per i prossimi 12 mesi.
Il rischio di intoppi è invece dietro l'angolo, con 137 paesi che dovranno realizzare tutti insieme i propri padiglioni (60) o i cluster tematici (9) e con cantieri e materiali in entrata e in uscita che potrebbe pericolosamente intrecciarsi. Per questo sarebbe necessaria una sola cabina di regia, che la società di gestione ha individuato nella Fiera di Milano (società controllata dalla Fondazione Fiera e quotata in Borsa).
Oltre alla corsia preferenziale sugli allestimenti, in questi giorni dovrà essere messa a punto una semplificazione anche nelle procedure di controllo per la sicurezza e anti-criminalità. I vertici del comune e di Expo stanno suggerendo di permettere alle aziende di autocertificarsi prima di entrare a lavorare per l'evento, per poi procedere con le verifiche in corso d'opera, già ad affidamento avviato, per non perdere tempo (ed eventualmente, in caso di anomalie, sospendere l'azienda in un secondo momento). Su questo punto il Pirellone si starebbe però mettendo di traverso, puntando a conservare il ruolo di "controllore" su questi temi senza lasciare che la regia venga totalmente coordinata dalla prefettura.
Intanto nel giro di una decina di giorni dovrebbe arrivare anche il nome del "super Rup", il responsabile massimo dei cantieri del sito espositivo, che dovrà avere la visione completa di cantieri e appalti, con la capacità di "smistare" il traffico risolvendo subito i problemi. Si stanno valutando i curricula di professionisti provenienti dal mondo delle Ferrovie italiane, di Metropolitana milanese, di Assolombarda. Nel frattempo sta delineandosi anche la task force, formata da 4 persone, che dovrà fare da raccordo tra Milano e Roma in tema di Expo.
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Verso l'evento universale
60 I padiglioni
Sono 137 i Paesi partecipanti per 60
padiglioni e 9 cluster tematici
27,7% La quota di Fiera di Milano
È il peso nella società Arexpo
proprietaria dei terreni di Expo

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