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Questo articolo è stato pubblicato il 23 aprile 2014 alle ore 21:05.
L'ultima modifica è del 23 aprile 2014 alle ore 22:07.

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A sette anni dai sanguinosi scontri che portarono all'estromissione di Fatah dalla Striscia di Gaza ad opera di Hamas, le due anime della Palestina hanno siglato uno storico accordo di riconciliazione per formare un governo di unità nazionale «entro cinque settimane». L'intesa è stata raggiunta al termine di colloqui tenutesi nella notte a Gaza nella casa del premier di islamista Ismail Haniye: l'accordo prevede che tale governo debba essere presentato il prossimo 1 giugno, e inoltre che sia presieduto dal leader di Fatah, Abu Mazen, e composto da personalità indipendenti. In base al testo dell'accordo - letto a Gaza dal premier di Hamas, Ismail Haniyeh - il governo avrà come compito quello di «preparare le elezioni politiche e quelle presidenziali».

«Riconciliazione palestinese e negoziati con Israele non sono incompatibili», ha detto Abu Mazen. «Non esiste incompatibilità perché ci siamo impegnati a una pace giusta basata sulla soluzione dei due Stati, in conformità con le risoluzioni del diritto internazionale», ha detto in una dichiarazione ufficiale

Washington: l'intesa potrebbe complicare il processo di pace
L'accordo di riconciliazione sottoscritto a Gaza dai palestinesi potrebbe «complicare» le iniziative in corso per rilanciare il processo di pace. È il monito lanciato da Washington in seguito all'annuncio di un accordo per un governo fra Hamas e Fatah; il Dipartimento di Stato ha espresso tutta la sua «delusione». Ogni governo palestinese deve impegnarsi «senza ambiguità» sui principi di non violenza e dell'esistenza dello Stato di Israele, ha dichiarato il portavoce del Dipartimento di Stato, Jennifer Psaki. «L'assenza di un impegno chiaro verso questi principi potrebbe seriamente complicare i nostri sforzi per il proseguimento dei negoziati», ha aggiunto.

La frattura tra al-Fatah e Hamas risale al 2007
L'intesa in pratica attua gli accordi di riconciliazione raggiunti al Cairo nel 2011 e in Qatar nel 2012. La frattura tra al-Fatah e Hamas risale al 2007, quando dopo mesi di scontri con le forze fedeli al presidente palestinese, Abu Mazen, gli islamisti si presero i controllo della Striscia di Gaza. Da allora, Hamas governa Gaza e l'esecutivo legato al presidente Abu Mazen e all'Autorità Nazionale Palestinese guida la Cisgiordania. Finora tutti i tentativi per mettere fine alla fratttura, sono miseramente falliti.

Il quotidiano israeliano «Haaretz» ha sottolineato che le due parti non hanno trovato un'intesa su una questione chiave come il futuro delle forze di sicurezza di Hamas. Non è chiaro, infatti, se il movimento islamista smantellerà le proprie forze armate (brigate Ezzedin al Qassam) o consentirà che esse passino sotto il comando dell'Anp.

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