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Questo articolo è stato pubblicato il 23 aprile 2014 alle ore 10:48.

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I giapponesi ci sono rimasti male per l'assenza di Michelle, che a marzo aveva passato una settimana in Cina con le figlie. Ma la trasferta a Tokyo di Barack Obama - che arriva stasera nella capitale nipponica in visita di Stato, la prima da 18 anni di un presidente Usa in carica - ha già dato una grande soddisfazione al governo del premier Shinzo Abe.

Obama si è fatto precedere da una intervista al quotidiano Yomiuri in cui afferma esplicitamente – ed è la prima volta che un presidente americano in carica lo fa – che le isole Senkaku sono coperte dall'art.5 del Trattato di Sicurezza tra Giappone e Usa. Obama non ha riconosciuto direttamente che le isole – rivendicate dalla Cina in maniera diventata molto risoluta – sono sotto la sovranità giapponese, ma ha affermato che, in quanto amministrate dal Giappone, impegnano gli Usa alla loro difesa in caso di attacco proveniente dall'esterno. E' musica per le orecchie degli ambienti governativi giapponesi, spaventati da quanto successo in Crimea, dove una potenza autoritaria ha alterato lo status quo senza una reazione decisa da parte di Stati Uniti ed Europa. Come nell'interrogativo "Morire per Danzica?", la disponibilità americana a "morire per le Senkaku" se necessario va ben al di là di una questione di sovranità su isole di cui di per sé a Washington importa poco: si tratta nientemeno che di riaffermare il ruolo strategico degli Usa in Asia confermando il "pivot" verso la regione, di rassicurare tutti gli alleati locali (molti dei quali hanno contenziosi territoriali con la Cina), di contenere le ambizioni di una potenza in crescita interessata ad alterare gli equilibri geostrategici correnti. Non a caso Tokyo rappresenta la prima tappa di un tour che porterà Obama in Corea del Sud, Malaysia e Filippine. Non in Cina, che però farà da sfondo a tutti i colloqui politici del presidente. I giapponesi sperano che Obama pronunci la fatidica parola "Senkaku", che i cinesi chiamano Diaoyu. Abe ha già incassato anche il supporto dichiarato di Obama al suo tentativo di cambiare l'interpretazione della costituzione per consentire alle Forze di Autodifesa la cosiddetta "difesa collettiva. La terza dichiarazione che irriterà Pechino arriverà nel comunicato congiunto di domani, quando i due alleati evidenzieranno la volontà comune di rafforzare i rapporti con i Paesi del Sud-est Asiatico. L'agenzia Xinhua ha già espresso forti critiche agli Stati Uniti, sostenendo che il loro supporto al Giappone di Abe mette in pericolo la stabilità regionale e danneggia gli stessi interessi americani sul lungo termine.

Un'ombra sul viaggio in Giappone, però, sarà probabilmente proiettata dalla circostanza che non si potrà annunciare alcuna svolta decisiva nei negoziati di libero scambio della Trans-Pacific Partnership, anche se formalmente sarà dichiarato che si stanno facendo progressi nelle difficili trattative.
La visita si svolge tra imponenti misure di sicurezza (con 16mila poliziotti mobilitati), dopo un giallo che ieri ha costretto in fretta e furia le autorità dell'aeroporto di Haneda (dove Obama atterrerà con l'Air Force One) a cambiare i codici di sicurezza: un impiegato della compagnia Skymark ha banalmente perso un foglietto con i dati, ritrovano sul pavimento mezz'ora dopo l'inizio di frenetiche ricerche.
Obama avrà stasera una cena privata con Abe a base di sushi, mentre domani ci saranno i colloqui ufficiali, più un incontro con i giovani al Miraikan (museo scientifico-futuristico di Odaiba) e una visita al tempio Meiji prima dell'incontro con l'Imperatore

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