Roncalli e Wojtyla, due papi santi

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Riccardi: «Vi spiego perché Roncalli e Wojtyla sono santi, e presto lo sarà anche Paolo VI»

Storico, scrittore, fondatore della Comunità di Sant'Egidio, ministro per la cooperazione durante il governo Monti. Molteplici, importanti ruoli si intrecciano nella vita e nell'esperienza di Andrea Riccardi, uno dei protagonisti italiani della Chiesa del post concilio nonché osservatore attento e competente di questa stessa Chiesa. Intrecciando esperienze personali e ricerca storica, Riccardi ha raccontato in diversi volumi anche alcune delle personalità più eminenti della comunità cattolica, tra cui diversi pontefici, ultimo papa Francesco.

In questi giorni a cavallo della canonizzazione di Giovanni XXIII e Giovanni Paolo II due suoi libri descrivono proprio i due papi che il loro attuale successore venuto dalla fine del mondo eleva definitivamente agli onori degli altari, promuovendone così la venerazione in tutta la Chiesa (L'uomo dell'incontro e La santità di papa Wojtyla, edizioni San Paolo). Con lui, studioso e testimone di prima mano, vogliamo approfondire la figura, il messaggio, l'eredità e la personalità di questi sommi pontefici della Chiesa di Roma.

Professor Riccardi, come possiamo inquadrare queste due canonizzazioni? La Chiesa guarda alla singola figura di ciascuno dei due pontefici o vuole promuovere in questo modo un modello ecclesiale da essi rappresentato?
Innanzitutto la Chiesa canonizza le persone e non il governo, ma le due storie sono molto diverse. La canonizzazione di Giovanni Paolo II è un po' un fiume impetuoso, che parte dalla popolarità del suo pontificato. Quella di Giovanni XXIII è una storia molto più lenta e meditata, ma mai tramontata nel cuore dei cattolici. Francesco ha voluto così replicare la combinazione che fece Wojtyla beatificando insieme Pio IX e Giovanni XXIII. Loro sono i santi papi del concilio. Non è un mistero che Francesco voglia arrivare alla beatificazione o forse anche alla canonizzazione di Paolo VI. Tutte figure legate al concilio. Giovanni XXIII è stato il padre del concilio: se non ci fosse stato lui, questo non ci sarebbe stato. Probabilmente, infatti, Paolo VI non avrebbe riformato la chiesa attraverso un concilio. Giovanni Paolo II è il vescovo del Vaticano II: ha partecipato a tutte le sessioni, l'ha recepito in maniera originale a Cracovia (fatto non molto esplorato ma per me molto importante). Wojtyla ha l'idea del concilio come di origine di un popolo, il popolo di Dio, il popolo cristiano. Per qualche verso simile all'idea di papa Bergoglio. Wojtyla ha posto il suo pontificato (si guardi il testamento) alla luce del concilio. Secondo lui anche in futuro il concilio resta la bussola. E non è solo una storia di riforme, ma anche una storia di santità.

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