Notizie ItaliaAlì Agca: «Quel giorno volevo uccidere il Papa, ma Dio ha realizzato un miracolo a San Pietro»
Alì Agca: «Quel giorno volevo uccidere il Papa, ma Dio ha realizzato un miracolo a San Pietro»
di Marzio Bartoloni | 24 aprile 2014
«Io volevo assolutamente uccidere il Papa e volevo morire in Piazza San Pietro per suicidio o linciaggio che fosse. Dopo diversi anni io ho capito, ho visto con delle prove personali indiscutibili che il 13 maggio 1981 Dio ha realizzato un miracolo in Piazza San Pietro». È quanto afferma in una intervista esclusiva all'agenzia Ansa l'attentatore alla vita di Wojtyla, Alì Agca.
Agca: «Attentato deciso e pianificato dal sistema divino»
«L'attentato al Papa - spiega Alì Agca - era deciso dal sistema divino. Quindi tutto quello che è accaduto, era stato pianificato ed attuato dal sistema divino». «La Madonna di Fatima era stata una semplice messaggera che non sapeva il senso ultimo del miracolo e messaggio di Fatima», conclude con riferimento a quanto riteneva lo stesso Wojtyla, cioè che sarebbe stata la Vergine di Fatima a deviare i colpi esplosi da Agca quel 13 maggio 1981 e a salvargli la vita. Ali Agca non si dice «pentito», perché - dice - c'è una «incalcolabile differenza tra un miracolo divino come il mio attentato al Papa ed un crimine psicopatico ingiustificabile come l'uccisione di Aldo Moro». «Io sono felicissimo di essere stato al centro di un piano divino che mi è costato 30 anni infernali in cella di isolamento», ha aggiunto l'attentatore di Wojtyla.
Emanuela Orlandi «prigioniera in Vatticano, Papa la liberi»
«Alcuni servizi segreti occidentali sanno perfettamente che Emanuela Orlandi si trova attualmente nelle mani del governo Vaticano. Il Papa Francesco può ordinare al governo vaticano di liberare immediatamente Emanuela Orlandi, ospite probabilmente in qualche convento di clausura», ha affermato ancora nella sua intervista esclusiva all'Ansa Agca. Che cita il Vangelo di Giovanni per dire che «La verità vi renderà liberi». «Dunque liberando Emanuela Orlandi - aggiunge -, il Vaticano avrà liberato se stesso dalla prigionia di una piccola menzogna inutile». Infine l'attentatore di Wojtyla ricorda il suo incontro nel carcere di Rebibbia con il Papa «come uno degli atti più belli e più importanti» della sua vita: «Come ha detto il Papa stesso quell'incontro storico era un miracolo deciso da Dio. Mi ha colpito la sincerità ed onestà del Papa polacco. Era un uomo che aveva un amore sincero e disinteressato».