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Questo articolo è stato pubblicato il 24 aprile 2014 alle ore 13:26.
L'ultima modifica è del 24 aprile 2014 alle ore 14:25.

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Tagli lineari o semi-lineari per quasi 2,5 miliardi nel 2014. È lo spettro che aleggia su Regioni, enti locali e ministeri se non provvederanno a dare rapidamente operatività alle misure restrittive previste dal decreto taglia-cuneo-fiscale. E se per i 2,1 miliardi attesi dalla stretta sugli acquisti di beni e servizi le amministrazioni avranno, chi più chi meno, circa un mese di tempo per evitare la clausola di salvaguardia che consente a palazzo Chigi di azionare autonomamente la leva dei tagli, per i 240 milioni previsti dalla riorganizzazione interna di dicasteri e Palazzo Chigi la strada è già segnata. Il decreto parla chiaro: entro 15 giorni dall'entrata in vigore del provvedimento sul bonus Irpef da 80 euro mensili, ovvero prima del 10 maggio, sarà un decreto del presidente Consiglio a fissare, d'intesa con gli altri dicasteri, le voci su cui calare subito la scure.

Alle Regioni un mese di tempo
Sempre a Palazzo Chigi spetta il compito di fissare, entro un mese dall'entrata in vigore del decreto taglia-cuneo, gli obiettivi di risparmio per la fetta dei 700 milioni a carico dei ministeri da ricavare dalla razionalizzazione dei beni e servizi. Per gli altri 1,4 miliardi, equamente ripartiti tra Regioni ed enti locali, attesi dal giro di vite sulle forniture ci sarà qualche margine in più. Nel caso delle Regioni, per esempio, gli obiettivi dovranno essere fissati entro il 31 maggio in sede di Conferenza Stato-Regioni: in caso contrario entro il 20 giugno Palazzo Chigi farà scattare automaticamente tagli lineari non concordati con gli enti territoriali.

Taglio degli stanziamenti per Corte dei conti, Tar e Consiglio di Stato
E di fatto si presenta con una fisionomia da taglio lineare anche la stretta su organi costituzionali e di rilevanza costituzionale. Nel primo caso viene "imposta" una riduzione di spesa per complessivi 50 milioni da realizzare entro la fine dell'anno senza però intaccare l'autonomia di Quirinale, Camera, Senato e Corte costituzionale sulle scelte da compiere per centrare questo obiettivo. Per Corte dei conti, Consiglio di Stato, Tar, Csm, Cnel e Consiglio della giustizia amministrativa della Regione Sicilia viene invece prevista una riduzione secca degli stanziamenti per complessivi 5,5 milioni nel 2014. Con punte di 3,1 milioni per la magistratura contabile e di 1,7 milioni per quella amministrativa.

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