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Questo articolo è stato pubblicato il 24 aprile 2014 alle ore 18:55.
L'ultima modifica è del 24 aprile 2014 alle ore 19:43.

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È stato firmato a palazzo Chigi l'accordo di programma che disciplina gli interventi per la riqualificazione e la riconversione del polo industriale di Piombino in Toscana. Lo ha annunciato in conferenza stampa a palazzo Chigi il vice ministro dello Sviluppo economico, Claudio De Vincenti. «Abbiamo firmato l'accordo di programma per Piombino, una tappa fondamentale per dare un futuro ai lavoratori e ai cittadini, un grande progetto per riapre una speranza, un punto d'inizio da cui comincia grande lavoro da fare». Una vertenza che riguarda 2500 lavoratori della Lucchini (dal 2012 in amministrazione straordinaria) e 2000 dell'indotto.

L'intesa è stata sottoscritta da Presidenza del Consiglio dei ministri, ministero dello Sviluppo economico, ministero della Difesa, delle Infrastrutture e dei Trasporti, ministero dell'Ambiente e della tutela del territorio e del mare, ministero del Lavoro e delle politiche sociali, agenzia del Demanio, regione Toscana, provincia di Livorno, comune di Piombino, Autorità portuale di Piombino, Agenzia nazionale per l'attrazione degli investimenti e lo sviluppo di impresa spa.

In campo 270 milioni

L'impegno totale per il polo siderurgico di Piombino ammonta a «oltre 270 milioni di euro» ha precisato il vice ministro dello Sviluppo Economico, Claudio De Vincenti.
«Per quanto riguarda le risorse: 60 milioni per la riconversione siderurgico, 10 milioni bonifica portuale dalla regione Toscana. 150 milioni sono stanziati nell'accordo di programma dell'agosto scorso. Il governo in questo accordo sta mettendo 50 milioni per le bonifiche, più venti milioni per la riqualificazione industriale e una cifra da quantificare per il collegamento dalla superstrada al porto. Siamo a 270 milioni, forse anche di più».

Iniziata la chiusura dell'altoforno

«Oggi non è una giornata di cui dichiararsi soddisfatti - ha detto Rossi - oggi inizia la chiusura dell'altoforno di Piombino ed è un momento drammatico, di collasso. Abbiamo la morte nel cuore». «C'è l'accordo - ha poi aggiunto il presidente - di mantenere la forza lavoro attraverso contratti di solidarietà, con una parte di cassa integrazione per le aziende dell'indotto, che sarà cassa integrazione in deroga per le aziende piccole».
«L'accordo - sottolinea Rossi - serve a rilanciare la speranza di Piombino e dare la prospettiva di sostituire l'area a caldo con una tecnologia più avanzata. Una necessità di rilancio su cui governo e regione convengono».

Poi il ringraziamento a papa Francesco e al premier.

«Vorrei ringraziare prima di tutto il Santo Padre che ha scritto ai lavoratori, perché ha proiettato la questione su una dimensione nazionale e questo ha aiutato a trovare una soluzione» ha detto il governatore della Toscana ringraziando «anche il primo ministro Renzi che ha dato un contributo decisivo alla chiusura dell'accordo di programma». Rossi ha poi ricordato che «oggi é un giorno tristissimo per Piombino e l'industria nazionale perché si chiude l'alto forno, ma si apre una speranza ed é la ricostruzione dell'area a caldo, in modo che Piombino si ponga all'avanguardia della siderurgia europea. Oggi chiude una vecchia e gloriosa storia industriale e l'accordo serve a dare una nuova possibilità in due o tre anni di continuare a produrre l'acciaio a Piombino». Rossi ha sottolineato come i lavoratori non abbiano chiesto la cassa integrazione «ma un contratto di solidarietà per continuare a lavorare nello stabilimento e a presidiarlo perché la riconversione proceda, questo é anche un risparmio per lo Stato».

Galletti: Bonifiche in tempi brevi

«Faremo le bonifiche in tempi brevi e non cadremo nelle trappole burocratiche per cui, per fare un'aia, ci vogliono cinque mesi» ha assicurato il ministro dell'Ambiente, Gianluca Galletti, durante al conferenza stampa a Palazzo Chigi .
«Vogliamo fare di una storia sfortunata come quella di Piombino una buona storia», ha aggiunto Galletti, «e voglio aggiungere una rassicurazione: noi seguiremo questo accordo di programma, complesso e difficile, con il massimo impegno. Perché ritengo che in questa operazione possiamo affermare la vera mission del ministero dell'Ambiente che non é quella di controaltare al ministero dello Sviluppo e uscire dalla trappola della green economy: se lavoriamo sull'ambiente, possiamo fare posti di lavoro e sviluppo in tutta l'economia e non solo nel siderurgico. Si possono creare posti di lavoro, sviluppo, rispettando l'ambiente anche in un settore difficile come quello dell'acciaio».

Pinotti: smantellamento 30 navi da guerra solo l'inizio

«Il pezzo che mette la Difesa é che noi abbiamo trenta navi da dismettere e da questa prospettiva abbiamo già la possibilità di fare cominciare questo lavoro che non riguarderà in futuro solo le navi da guerra» ha detto il ministro della difesa Roberta Pinotti durante la conferenza stampa. «Si é deciso - ha poi aggiunto - di non arrendersi all'idea che si poteva perdere un pezzo di produzione. Credo che questo sia molto significativo e anche nella mia esperienza ascoltare i lavoratori é sempre stata una strada per uscire dallo stallo», ha aggiunto Pinotti


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