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Questo articolo è stato pubblicato il 25 aprile 2014 alle ore 06:39.
L'ultima modifica è del 19 giugno 2014 alle ore 15:18.

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Alitalia prova a far ripartire il negoziato con i sindacati per dare risposte alle richieste di Etihad Airways. La compagnia ha convocato i sindacati per martedì 29 aprile alle 9 per discutere di «situazione aziendale e prosecuzione del confronto», secondo fonti sindacali.
Si riparte dalle trattative interrotte dopo l'incontro del 24 febbraio scorso, dedicato ai tagli di voci retributive proposti dall'amministratore delegato, Gabriele Del Torchio, nel piano per 128 milioni di euro annui di risparmi del costo del lavoro.

«La convocazione – come riferito da fonti della Filt-Cgil – riguarda le discussioni sul piano Del Torchio. Il sindacato aveva detto che la disponibilità a discutere queste misure era subordinata a garanzie sull'individuazione di un partner. Si riparte dal quel punto». La ripresa del confronto con i sindacati è un tentativo della compagnia per raggiungere ulteriori risparmi da presentare al tavolo delle trattative, interrotte, con Etihad Airways.
Azienda e sindacati hanno concordato il 14 febbraio contratti di solidarietà e cassa integrazione a rotazione per quasi 2.300 addetti, per due anni. Da queste misure sono stimati risparmi per quasi 80 milioni all'anno. Per centrare gli obiettivi di Del Torchio restano da individuare risparmi sulle buste paga e altre voci contrattuali per circa 50 milioni annui.
Questo sacrificio tuttavia non basterebbe a soddisfare le richieste della compagnia degli Emirati Arabi Uniti, che chiede – a parte il problema del debito da affrontare anche con le banche – una riduzione strutturale del costo del lavoro con 3.000 esuberi definitivi. Alitalia-Cai ha quasi 3.000 lavoratori in cigs o contratti di solidarietà: oltre ai quasi 2.300 degli accordi di febbraio ci sono anche 700 lavoratori in cigs a zero ore da dicembre 2011.
Tra i sacrifici si ricordano anche i 4.500 lavoratori della vecchia Alitalia pubblica ancora in mobilità, secondo gli ammortizzatori previsti nel 2008 per sette anni quando Alitalia fu trasformata in bad company.

Nell'incontro due giorni fa con i segretari generali di Cgil, Cisl e Uil, l'a.d. Del Torchio ha chiesto garanzie ai sindacati per la trattativa con Etihad. «Del Torchio ha chiesto ai sindacati di fare fronte comune sull'operazione con Etihad. Non si possono dare garanzie al buio, abbiamo chiesto assicurazioni», dice una fonte sindacale. Del Torchio ha ricordato ai sindacati la grave situazione di Alitalia. La compagnia continua ad accumulare perdite e debiti, ha perfino rinviato a giugno l'approvazione del (brutto) bilancio 2013 per ritardare le cattive notizie.
I sindacati non rifiutano il confronto, come ha fatto capire anche il segretario della Cisl, Raffaele Bonanni, ma fanno notare che il prossimo incontro ha come base il piano Del Torchio e non una richiesta di nuovi esuberi. «Quello è per noi il punto di partenza, ed era il piano con cui si presentò Alitalia», ha osservato il segretario della Cgil, Susanna Camusso. «L'a.d. ci ha presentato lo stato del confronto con Etihad e anche la necessità che nel frattempo si garantisca la continuità aziendale di Alitalia, ma non siamo entrati nel merito dell'effettivo confronto. Abbiamo ribadito che la soluzione non deve prevedere un'ulteriore riduzione dell'occupazione».
Secondo il sindacato di base Usb è «inaccettabile» che l'incontro con Cgil, Cisl e Uil sia avvenuto «con quelle stesse organizzazioni sindacali responsabili degli errori del passato, coloro i quali hanno accettato ed accompagnato ogni mossa dallo start up di Cai sino ad ora».

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