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Questo articolo è stato pubblicato il 26 aprile 2014 alle ore 15:19.
L'ultima modifica è del 26 aprile 2014 alle ore 15:26.

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Il problema è di quelli seri. Per i minorenni il gioco è sempre più un'abitudine: 1,2 milioni di ragazzi sotto i 18 anni gioca d'azzardo o quanto meno "investe" la paghetta tra lotterie e bingo. Tra i 7 e i 9anni sono contagiati - seppur in forme più lievi - 400mila ragazzini, ossia uno su quattro. Tra i 10 e 17 anni aumenta il numero e il livello delle giocate e il fenomeno ben 800mila adolescenti: uno su cinque. Numeri choc che già basterebbero a far scattare un allarme sociale. A questo si aggiunge un ulteriore dato: un genitore sul tre non è al corrente. È quanto emerge da un'indagine condotta in Italia e promossa dalla Simpe (Società italiana medici pediatri) e dall'Osservatorio nazionale sulla salute dell'infanzia e dell'adolescenza (Paidoss), presentata in anteprima al congresso pediatrico internazionale in corso a Marrakesh (in Marocco).

L'indagine ha coinvolto millegenitori di bambini e adolescenti e «mostra chiaramente che il gioco d'azzardo è una minaccia concreta per i giovanissimi», sottolinea Giuseppe Mele, presidente di Paidoss e Simpe. Il 35% degli adulti conosce ragazzini che frequentano sale giochi e in un caso su tre vi ha incontrato minori, dai quali ha persino ricevuto la richiesta di giocare al loro posto per eludere i divieti che impediscono alcune tipologie di scommesse a chi non è maggiorenne.

Il pericolo è tra le mura domestiche
Un elemento a rischio sono i pc domestici. Gran parte dei genitori, secondo lo studio, non usano forme di prevenzione i figli navigano liberamente senza regole né limitazioni su siti internet di qualunque sorta. Il genitore risulta sempre più inconsapevole del rischio. Il 53% di coloro che affermano di sapere che i propri figli giocano, non sa neppure in che contesto e con chi lo faccia, «a confermare che l'adolescente non è seguito né dà conto a nessuno».

Ludopatia questa sconosciuta
Il 90% dei genitori intervistati non ha idea di che cosa significhi il termine ludopatia e in più della metà delle famiglie i computer di casa non hanno filtri che impediscano ai bambini e ai ragazzi di accedere ai siti per il gioco online vietati ai minori, così la malattia delle scommesse si sta insinuando fra i giovanissimi che spesso iniziano chiedendo di giocare a mamma e papà (48%) oppure a chi incontrano nei pressi delle sale gioco (34%).

L'appello dei medici:stop agli spot
La richiesta che arriva dalla società dei pediatri è di bloccare «ogni tipo di pubblicità al gioco d'azzardo in tv» e di porre un liomite «alle app accessibili a tutti per scaricare giochi». Gli spot su scommesse, lotterie, videopoker, roulette e quant'altro, virtuali e reali, «vanno eliminati completamente, in tutte le fasce orarie. è inutile scrivere "il gioco e vietato ai minori" o può causare dipendenza, perché è una presa in giro», afferma Mele.

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