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Questo articolo è stato pubblicato il 26 aprile 2014 alle ore 08:13.

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Oltre 20 milioni di investimento, 400 posti di lavoro e 26mila metri quadrati di nuovi stabilimenti produttivi. Ozzano dell'Emilia (Bologna) si prepara a diventare il polo nazionale del packaging del cioccolato e la casa dell'insolito matrimonio tra il big mondiale del confezionamento, il gruppo quotato Ima, e il colosso cooperativo della meccanica Sacmi.
In questo comune di 13mila anime a una dozzina di km a sud-est di Bologna, lungo la via Emilia, si insedierà nel giro di un anno e mezzo la nuova "fabbrica del cioccolato" frutto della partnership paritetica che i due gruppi bolognesi hanno siglato nel 2011 dando vita a Cmh (Carle&Montanari holding) specializzata nei macchinari per la filiera del cacao, che oggi tallona la leadership svizzera di Bühler, con un fatturato di 105 milioni di euro (l'85% è export, l'utile operativo è al 7%) e la previsione quest'anno di raggiungere i 120 milioni di ricavi con una crescita attorno al 20% e di nuove assunzioni rispetto ai 320 addetti attuali. Di fatto in tre anni il sodalizio tra l'impresa for profit, Ima, e quella mutualistica, Sacmi, ha permesso un incremento del 50% del business comune nella filiera del cioccolato (Ferrero è il primo cliente dei macchinari Cmh).
Il nuovo insediamento produttivo prevede la costruzione di due stabilimenti nella frazione di Tolara di Sotto. Uno ospiterà CM Fima (la divisione packaging del cioccolato all'interno della joint venture Ima-Sacmi), l'altro fungerà da polmone per la rapida espansione di Ima, che ha chiuso il 2013 con un incremento del fatturato del 16% a 761 milioni di euro - tra macchine automatiche per il confezionamento di farmaci, cosmetici e alimentare - con un trend a due cifre anche nei primi mesi dell'anno.
«Contiamo di aprire i cantieri entro pochi mesi e di accentrare la produzione qui a Ozzano già per fine 2015», anticipa il presidente di Ima e Cmh, Alberto Vacchi, precisando che si tratta solo «del primo passo di una partnership industriale con Sacmi che, nel medio periodo, potrebbe essere estesa anche a nuovi rami di business».
«Questo nuovo polo industriale testimonia la convinzione che investire in Italia e nelle nostre risorse umane e tecnologiche, invece di inseguire le chimere dei mercati low cost, è ancora oggi la scelta vincente per imporsi da protagonisti sui mercati mondiali», rimarca Pietro Cassani, amministratore delegato di Cmh e di Sacmi, il gruppo cooperativo di Imola che ha chiuso l'ultimo bilancio con 1,25 miliardi di fatturato (90% export) e circa 4mila dipendenti tra macchine per ceramica e packaging.
«Si tratta di un'esperienza assolutamente replicabile che mette insieme due culture complementari fra loro, patrimonio tipico del territorio emiliano. Il cioccolato per noi è un inizio, un presupposto per continuare l'alleanza in altri settori», ribadisce Vacchi, complimentandosi con il sindaco di Ozzano, Loretta Masotti, per la capacità dell'amministrazione di rispettare impegni e tempi imposti dal mercato.
I.Ve.
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