Peccataccio coi gnocchi alla romana

di Donata Marrazzo Pontefici, osti, fruttaroli, becchini, ruffiani e ricattieri: nei Sonetti del Belli sfila il popolo romano e prende parola per raccontare la Grande bellezza al tempo dell'ultimo Papa Re. Come un Balzac trasteverino, irriverente e meditativo, ironico e immensamente tragico, Gioacchino Belli mette in scena una Comédie humaine sullo sfondo della città che fu dei Cesari, poi dello Stato pontificio: con un'inesauribile vena dialettale, innalza un monumento ai popolani che si muovono da Trastevere al Ghetto, dal Foro Boario all'Arco di Tito, a Piazza Navona.
Nei 2.279 Sonetti romaneschi si susseguono accoltellamenti, raggiri, balli e corteggiamenti: «Hai fatto er pane in casa, eh, pacchiarotta?», dice un ragazzotto a una fanciulla in carne. Intendendo dire che ha seni formosi come pagnotte caserecce. Questo è il Belli, poeta picaresco. Che nel comporre la sua opera verista non dimentica la cucina romanesca: le trattorie trasteverine traboccano di regaglie, pajata e altri piatti antichi: «Mo ssenti er pranzo mio. Ris'e ppiselli,/ allesso de vaccina e ggallinaccio,/ garofolato, trippa, stufataccio,/ e un spido de sarcicce e ffeghetelli./ Poi fritto de carciofoli e ggranelli,/ certi ggnocchi da facce er peccataccio»: così Er pranzo de le minenti, sonetto-menù dedicato ai parvenus del tempo.
Gli gnocchi alla romana si preparano facendo bollire il latte con il burro. Aggiungete il semolino a pioggia mescolando. Salate e aromatizzate con noce moscata. Cuocete per 15 minuti, fino a quando l'impasto si staccherà dal fondo della pentola. Aggiungete i tuorli e il parmigiano. Mescolate e stendete l'impasto su un piano. Livellate (1 cm) e fate raffreddare. Formate gli gnocchi con uno stampino tondo e disponeteli in una pirofila imburrata. Cospargeteli di parmigiano e fiocchi di burro. Gratinateli in forno a 180 gradi per 10 minuti.

Ingredienti
200 g di semolino, 3 tuorli, 1lt di latte, 100 g di burro, 100 g. di Parmigiano, noce moscata, sale
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