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Questo articolo è stato pubblicato il 28 aprile 2014 alle ore 19:16.
L'ultima modifica è del 29 aprile 2014 alle ore 08:21.

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(Corbis)(Corbis)

Bonus Renzi anche a chi ha perso il lavoro prima di maggio, che potrà recuperarlo nella dichiarazione dei redditi del 2015. Stessa sorte anche per colf e badanti regolarmente assunte a cui le famiglie non possono pagare il bonus perché non sono sostituti d'imposta. Ammessi al bonus anche chi è incapiente per detrazioni di lavoro dipendente. Il reddito complessivo in base al quale va calcolato il bonus non deve tener conto di quello dell'abitazione principale e delle relative pertinenze. Solo nel caso in cui i sostituti d'imposta non dovessero riuscire ad adeguarsi per le buste paga di maggio, la prima erogazione può eventualmente slittare allo stipendio pagato a giugno. Sono i principali chiarimenti della circolare 8/E/2014 dell'agenzia delle Entrate sul bonus introdotto dal decreto Renzi (il Dll 66/2014 in vigore da giovedì scorso).

Il credito d'imposta a chi perde il lavoro prima di maggio
La circolare chiarisce che il credito d'imposta spetta anche a chi perde il lavoro prima del mese di maggio. Il meccanismo delineato dai primi chiarimenti dell'Agenzia è quello della richiesta nella dichiarazione dei redditi (730 o Unico) da presentare nel 2015. Le modalità "tecniche" saranno poi definite nel momento in cui verranno pubblicati i modelli per il prossimo anno. Bisogna precisare, comunque, che già la norma istitutiva del bonus (Dl 66/2014, articolo 1) precisava che l'importo spettante in base alla classe di reddito di appartenenza va parametrato in base al periodo di effettivo lavoro nell'anno. Tuttavia per chi perde il lavoro si poneva il problema di chi dovesse materialmente erogare il bonus perché non c'è più un sostituto d'imposta. In questo caso la soluzione è la stessa adottata per chi un sostituto d'imposta in realtà non ce l'ha. L'esempio principale sono colf e badanti, perché le famiglie datrici di lavoro non sono appunto sostituti d'imposta. Quindi anche le collaboratrici domestiche - purché regolarmente assunte - potranno chiedere il bonus nella dichiarazione dei redditi 2015 e decidere se utilizzarlo in compensazione delle imposte da pagare o chiederne il rimborso.

Un incentivo contro il nero

Così il bonus può trasformarsi in un'arma antievasione. Facendo leva sul «contrasto d'interessi», colf e badanti potrebbero avere tutto l'interesse a emergere dal nero e dichiararsi al Fisco per incassare i 640 euro se il reddito annuo del 2014 è fino a 24mila euro, e poco di meno se invece il reddito è tra 24 e 26 mila euro annui.

Fuori solo gli incapienti da detrazioni di lavoro
L'esclusione dal bonus vale solo per gli incapienti da detrazioni di lavoro. Questo vuol dire che - come spiega anche la circolare - potranno ottenerlo tutti i contribuenti la cui imposta lorda sia ridotta o azzerata da altri sgravi, come per esempio le detrazioni per figli o moglie a carico.

L'abitazione principale resta fuori dal reddito
Naturalmente il bonus sarà erogato a chi risulterà capiente da detrazioni da lavoro dipendente da 8mila fino a un massimo di 26mila euro di reddito complessivo annuo. Ma attenzione. Perché la circolare precisa che «il reddito complessivo va assunto al netto del reddito dell'unità immobiliare adibita ad abitazione principale e delle relative pertinenze». Quindi il reddito non tiene conto dell'abitazione.

Il rinvio a giugno solo per ragioni tecniche
Il bonus sarà pagato con lo stipendio che arriva a fine maggio. Però «solo nella particolare ipotesi in cui ciò non sia possibile per ragioni esclusivamente tecniche legate alle procedure di pagamento delle retribuzioni - si legge nella circolare - i sostituti riconosceranno il credito a partire dalle retribuzioni erogate nel successivo mese di giugno». Naturalmente ferma restando la ripartizione dell'intero credito spettante tra tutte le retribuzioni di quest'anno.

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