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Questo articolo è stato pubblicato il 29 aprile 2014 alle ore 07:20.
L'ultima modifica è del 29 aprile 2014 alle ore 08:29.

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«Questa spending rewiew è sbagliata perché va a pesare sulla pelle della gente e delle forze di polizia»: non usa mezzi termini Gianni Tonelli, presidente del Sap, il Sindacato autonomo di polizia, che celebra a Rimini il suo congresso nazionale.

Tonelli non si cela dietro un dito ed è il primo a sapere e ad affermare che avere sette forze di polizia (cinque dello Stato più due polizie locali, senza contare la Guardia Costiera e i Vigili del fuoco) è un'anomalia tutta italiana ed è per questo che, sfidando gli altri sindacati, il Governo e i partiti, proporrà l'unificazione a due, massimo tre forze (con conseguente specializzazione delle altre forze) con risparmi compresi tra il miliardo e i quattro miliardi annui (a fronte dei 600 milioni annui ipotizzabili con la spending review della Commissione straordinaria del Governo).

Avere più forze non vuol dire avere maggiore sicurezza. Secondo le stime che saranno (ri)presentate oggi, in Spagna ci sono 469 agenti di polizia ogni 100mila abitanti, che diventano 385 in Francia, 300 in Germania, 266 nel Regno Unito. L'Italia batte tutti: 561 agenti ogni 100mila abitanti ma questo non è sinonimo di maggiore sicurezza sul territorio e di maggiore efficacia ed efficienza nella lotta al crimine, visto che il 60% circa delle risorse (oltre 20 miliardi all'anno) se ne va per il mantenimento dell'apparato, uffici, logistica, mense, caserme, servizi di vigilanza, scuole, materiale, automezzi e amministrazione.

Il sistema italiano costa, secondo il Sap, il 20% in più rispetto a Francia e Germania ma è dannoso, per la sicurezza dei cittadini, anche solo pensare di tagliare 267 Commissariati di pubblica sicurezza e pensare di sopprimere 9 compagnie e 9 stazioni dei Carabinieri. «Logistica e organizzazione son il vulnus del sistema – spiega al sole24ore.com Tonelli – e sono 25 anni che sostengo questa tesi. I problemi di oggi sono quelli di sempre. Bisogna razionalizzare e non sforbiciare per risparmiare sugli stipendi. La palude che ci ha impestato, ci farà putrefare. Non vogliamo opporci alla manovra di spending review, vogliamo proporre di più ma non possiamo più assistere alla costante riduzione di risorse per il comparto Sicurezza che dal 2003 al 2013 ha visto decurtati i bilanci ministeriali di riferimento di circa 5 miliardi.

Il numero complessivo degli uomini delle forze dell'ordine in organico su tutto il territorio della penisola ammonta oggi a circa 260.000 (tra Polizia, Arma dei Carabinieri e Guardia di Finanza). Il numero dei presidi in cui è redistribuito questo organico è di 8.100, oltre la metà dei quali dei Carabinieri. Con il previsto calo di 80.000 unità nei prossimi anni, si determinerà nei fatti una riduzione della capacità operativa e funzionale».
Per farsi capire sulla necessità che la spending review non colpisca la sicurezza e che, prima di procedere a tagli irrazionali, c'è molto da fare, Tonelli si spiega con un esempio: il numero unico per le emergenze (sul modello statunitense). Nonostante i richiami della Ue, siamo uno dei pochi Paesi a non avere attivato il 112, al netto di alcune sperimentazioni a Salerno e Varese, del quale si sono pressoché perse le tracce.

Le sanzioni dell'Europa, per queste inadempienze, sono severissime e per quanto la procedura di infrazione al momento risulti sospesa, l'Italia corre il rischio che il fascicolo venga riaperto. «Fino al 2009 la multa giornaliera era di 39.680 euro al giorno – conclude Tonelli – ma dal 6 maggio 2010 è salita a 179.560 mila euro al giorno. Facciamo due calcoli e sarà facile capire che l'adeguamento vale quanto e più di una mossa sulla scacchiera della spending review».
http://robertogalullo.blog.ilsole24ore.com

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