Le amazzoni della new economy. Ecco come è possibile creare una startup in rosa (in un mondo ancora dominato da maschi)
Fare una startup in rosa in un mondo dominato dai maschi, in Italia come altrove, è ancora un fenomeno raro. Del resto «il 90% dei fondi di venture capital sono gestiti da uomini e i capitali vanno ad aziende fondate da uomini». Eppure...
di Eleonora Chioda
4. Amazzoni dell'innovazione /«Io maker a New York, capace di sognare»
È emigrata con la sua lampada di cartone, poi rivista con processore Arduino: collegata a un pc, si accende senza spina non appena la tocchi. L'ha portata a New York. In 6 mesi ha conquistato 50 musei e migliaia di clienti. Ne ha già vendute più di 3.000. Silvia Bosio, 39 anni, torinese è quella che si dice una maker, un'artigiana digitale. Per far conoscere la sua W-Lamp, ha creato una startup a Brooklyn.
«Perché in Italia fare un'impresa hi-tech è dura, il mercato è fermo e, se sei una donna, c'è diffidenza. Quando sono arrivata a New York ho incontrato un italiano che aiuta le startup, Fernando Napoletano: mi ha presentato a un business developer, che subito mi ha dato fiducia: «Sei italiana, hai una marcia in più. Noi americani quando chiudiamo gli occhi, dormiamo. Voi italiani, quando chiudete gli occhi, iniziate a sognare».
Così, passo dopo passo, Silvia crea la sua società, certifica le lampade per il mercato americano, partecipa alle più importanti fiere. E anche il Los Angeles Times si accorge di lei. «Non è stato tutto facile, quello americano è un mercato duro e che non perdona. Ma dà a tutti la possibilità di farcela. Me lo diceva mia zia, emigrata in Connecticut 50 anni fa con la valigia di cartone: "Vieni qui e inventati un lavoro. Se hai le possibilità, ce la fai". Oggi ha creato un'azienda leader della pasta ripiena surgelata».
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