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Questo articolo è stato pubblicato il 29 aprile 2014 alle ore 11:30.
L'ultima modifica è del 29 aprile 2014 alle ore 11:37.

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Tra le pieghe della crisi ci sono aziende che, in questi anni, sono riuscite a nascere, crescere e consolidarsi usando la bicicletta. Sono i bike messenger, i corrieri che consegnano buste e pacchi in giro per la città. In Italia sono circa una ventina le società di questo genere, con un trend di crescita costante. Rispetto ai tradizionali pony express, i messenger possono tagliare sui costi della benzina e della manutenzione, hanno accesso alle aree chiuse al traffico motorizzato e ai parchi e offrono un servizio green che piace sempre più alle aziende. Come i loro precursori newyorkesi, anche i messenger italiani sono una vera e propria corporazione. Con riti e costumi propri. Biciclette a scatto fisso, cappellini anni Settanta, polpacci in bella vista e, ogni tanto, qualche alleycat per sfidarsi in mezzo al traffico.

La comunità italiana dei corrieri si è data appuntamento a Milano per il primo campionato di bike messenger (www.icmc2014.com), da venerdì 2 maggio a domenica . Il calendario prevede eventi, gare e spettacoli, un programma da far invidia a molte federazioni sportive. L'evento, patrocinato dal Comune di Milano, apre i battenti con una serata nel tempio sacro del ciclismo milanese: il velodromo Vigorelli. Per gli oltre cento corrieri iscritti, una cinquantina dei quali provenienti da Svizzera, Francia, Austria, Germania e Svezia (tradizione vuole che gli stranieri siano i benvenuti anche ai campionati nazionali), il primo appuntamento prevede una goliardica sfida sui rulli e soprattutto un generoso barbecue.

Da sabato si comincia a fare sul serio. A ospitare tutte le gare dei campionati sarà il Parco Lambro, per due giorni palcoscenico di sfide ad alto contenuto di adrenalina. Ma in cosa consistono esattamente le gare? L'evento principale consiste in una competizione contro il tempo che simula l'attività giornaliera dei messenger: all'interno del parco è stata creata una specie di città artificiale con diversi checkpoint, vale a dire luoghi di ritiro e consegna. A tutti i partecipanti, al momento del via, viene consegnato un elenco di attività, che non si limita a delle normali "corse" (portare una busta da un posto a un altro), ma prevede priorità, passaggi obbligatori e scadenze orarie. E così vincere non è soltanto una questione di velocità ma anche di abilità nella costruzione del percorso. Che, non a caso, è la principale abilità di un corriere in bicicletta.

Oltre alla Main Race, il programma prevede anche alcune prove di pura tecnica ciclistica. La più avvincente – e pericolosa! – è lo Skid. Nel gergo dei messenger, skiddare, significa spostare il peso sulla ruota anteriore della bici (a scatto fisso, quindi con la ruota che gira in solido con i pedali) per bloccare quella posteriore e frenare. In questa gara vince chi, dopo aver preso la rincorsa, fa lo skid più lungo. Trackstand, invece, è una gara di surplace, cioè l'arte di stare in equilibrio sulla bicicletta ferma, tipica dei pistard. Per non farla troppo lunga, dopo un po', bisogna togliere una mano dal manubrio. Poi entrambe. E infine anche un piede. Vince chi resta in piedi. E infine il Footdown, competizione che prevede anche il coinvolgimento del pubblico. Gli spettatori, infatti, sono chiamati a formare un cerchio all'intero del quale pedalano i messenger che non possono staccare le mani dal manubrio, pena la squalifica immediata. Il cerchio si stringe sempre di più e lo spazio di manovra diventa sempre più stretto. Anche in questo caso vince chi resta in piedi.
Come detto, però, il primo campionato italiano ha l'obiettivo di andare oltre il momento delle gare. Gli organizzatori (Ubm, Officinesfera, Ciclica, Tipota, Lattughino e Vostok), per esempio, nell'anno dell'Expo, vorrebbero candidare Milano come città ospitante degli Europei del 2015: se si troverà un accordo tra i partecipanti la candidatura verrà formalizzata il prossimo luglio a Stoccolma, sede dei campionati europei di quest'anno.

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