I ciclisti fuorilegge: storie di latitanti biker, ladri gentiluomini appassionati di corse ed eroi d'altri tempi
Ciclisti brava gente, verrebbe da dire. Il che è senz'altro vero. Con qualche eccezione però. Ecco sei ritratti di ciclisti fuori dal comune e dalla legge
di Matteo Scarabelli
3. Il rapinatore gentiluomo
Horst Fantazzini (s)
Horst Fantazzini nasce ad Altenkessel, in Germania, nel 1939. Suo padre è un anarchico di origini bolognesi che, per finanziare le proprie attività, si dà al crimine ed è costretto a rifugiarsi all'estero. La vita di Fantazzini comincia in un contesto di degrado e miseria e, dopo il trasferimento in Italia, la bicicletta sembra la giusta occasione per il riscatto. Sembra avviato alla carriera sportivo e al successo nel ciclismo professionistico, invece segue le orme del padre e, nel 1960, compie la sua prima rapina. I suoi obiettivi preferiti sono le banche, non solo in Italia ma in diversi Paesi europei. Fantazzini diventa famoso per il suo stile cortese (il suo soprannome è "rapinatore gentiluomo") con cui si fa consegnare i soldi dai direttori delle banche a cui fa visita. Viene arrestato diverse volte in Italia e in Francia e, nel 1973, durante un tentativo di evasione dal carcere resta in fin di vita dopo aver ferito tre guardie carcerarie. Nel 1999 esce il film "Ormai è fatta!" che ne ripercorre la vita (nei suoi panni c'è Stefano Accorsi) e due anni più tardi, approfittando di un periodo di semilibertà, tenta una rapina con fuga in bicicletta. Morirà pochi giorni dopo nell'infermeria del carcere di Bologna.
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