1. Pensione/Riscattare subito gli anni universitari
(Imagoeconomica)
Questa operazione permette di fare valere gli anni di studio come effettivi anni di contribuzione e, dunque, andare prima in pensione. Riscattare gli anni di laurea ha un costo variabile e il corrispettivo versamento da effettuare corrisponde al 33% dello stipendio lordo; non poco, dunque.
Quest'aspetto può essere smorzato dall'età: prima si richiede il riscatto degli anni universitari e meno si paga. Il riscatto, infatti, può essere chiesto in qualsiasi momento ma richiederlo al più presto costa meno per due ragioni: innanzitutto, i soldi versati in età giovanile sono destinati a restare per molto tempo nelle casse dell'Inps e hanno modo di essere rivalutati in misura maggiore.
Inoltre, il calcolo del versamento si basa sullo stipendio lordo: questo sarà probabilmente più basso all'inizio della carriera lavorativa e, di conseguenza, in quel momento riscattare gli anni di studio avrà un impatto percentualmente meno alto sullo stipendio.
La richiesta di riscatto può essere fatta solo se si è conseguito il titolo di laurea, se i periodi di studio non sono coperti da altra contribuzione obbligatoria e anche se si è disoccupati, e riguarda solo gli anni accademici effettivi del corso di laurea, mentre sono esclusi gli anni fuori corso.
Un esempio: il miglior rapporto tra soldi versati e opportunità di rendita più elevata e/o anticipare i tempi della pensione è rappresentato dal giovane neolaureato (22 – 24 anni) che decide di riscattare subito gli anni di laurea e inizia prestissimo a lavorare. In questo caso il riscatto della laurea può consentire un anticipo di 3-4 anni per l'accesso alla pensione.
Ma la cosa più interessante da ricordare è che è possibile dilazionare il riscatto in dieci anni, rateizzando quindi l'esborso. E inoltre: le somme versate per il riscatto sono interamente deducibili fiscalmente.
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