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Questo articolo è stato pubblicato il 30 aprile 2014 alle ore 10:34.
L'ultima modifica è del 30 aprile 2014 alle ore 12:57.

Sono stati bloccati i lavori per la rimozione della Concordia dal Giglio. La decisione, a quanto si è appreso inizialmente, è stata presa dall'Osservatorio di monitoraggio che non ha concesso l'autorizzazione per il montaggio dei cassoni sul lato di dritta poiché non sono ancora noti né i modi di trasporto né il porto di destinazione finale.

Arriva però la smentita sulla responsabilità della decisione, con una nota del presidente dell'Osservatorio, Maria Sargentini: «È stata Costa, con una lettera, a ritirare la richiesta di autorizzazione al montaggio in attesa di poter fornire una documentazione completa sull'operazione. Non siamo interessati a conoscere il porto».

L'Osservatorio, aggiunge Sargentini, ha chiesto a Costa di conoscere gli scenari di rischio relativi alla scelte di trasporto dello scafo della Concordia: traino e Vanguard, fino ad eventuale esplicita rinuncia di Costa sull'uso della piattaforma. A quelle scelte è legato il problema delle acque interne residue, della loro bonifica e del tipo di trattamento in sicurezza per il mare del Giglio e in generale per l'ambiente. Cambiano infatti le possibilità di intervento a cassoni montati, problema di cui si è fatta carico la stessa Costa con la sua lettera di sospensione dell'operazione.

Il blocco temporaneo dei lavori avrà comunque delle ripercussioni sui tempi di spostamento della nave, come aveva paventato il commissario per l'emergenza Franco Gabrielli nell'audizione di una settimana fa al Senato. In quella occasione infatti il capo della Protezione civile aveva ricordato che la mancata scelta del porto finale aveva delle ripercussioni dirette sui lavori che si stavano svolgendo al Giglio e dunque sulla rimozione stessa della nave.

Nei giorni scorsi al Giglio è arrivato, ed è stato installato, il primo dei diciannove cassoni (Sponson) che dovranno essere montati sul lato di dritta, quello emerso dal mare, per consentire il rigalleggiamento della nave. L'Osservatorio però non ha concesso l'autorizzazione all'installazione dei successivi cassoni e questo proprio perché manca la decisione sul porto di destinazione finale.

Se, infatti, il relitto dovesse essere portato via con la Vanguard - la meganave olandese che ingloberebbe la Concordia per portarla presumibilmente in un porto estero - dovrebbe necessariamente essere svuotata di tutti i liquidi presenti al suo interno, per consentirgli di avere maggiore stabilità. Un'operazione che, una volta montati i cassoni, potrebbe essere fatta solo attraverso uno sversamento in mare dei liquidi stessi, cosa che provocherebbe un inquinamento ambientale. Oppure bisognerebbe prima trainare la Concordia in un porto intermedio, per svuotarla dei liquidi e successivamente caricarla sulla Vanguard.

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