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Questo articolo è stato pubblicato il 30 aprile 2014 alle ore 08:41.
L'ultima modifica è del 30 aprile 2014 alle ore 14:31.

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La Cina supererà gli Stati Uniti già nel 2014 e diventerà la prima economia mondiale. Lo afferma uno studio dell'International Comparison Program della Banca Mondiale che sarà diffuso oggi. Gli States perderebbero così la posizione da leader economico a livello globale che detengono dal 1872. Il sorpasso era previsto da molti economisti molto più tardi, nel 2019. L'India si colloca come terza economia del globo. Fra i primi 12 anche la Russia, il Brasile, l'Indonesia e il Messico.

Nel 2011 Cina a un passo dagli Usa
Secondo lo studio, nel 2011 il Pil cinese era pari all'87% di quello americano: per il 2011 «gli
Stati Uniti restano la prima economia al mondo, seguita da vicino dalla Cina», afferma lo studio, se il calcolo viene effettuato sul costo della vita reale, ovvero sulla parità di potere d'acquisto (purchasing power parity, PPP). Questo sistema viene ritenuto più fedele alla realtà economica di quello calcolato sui tassi di cambio, considerato troppo volatile, che nel 2012, secondo le stime del Fondo monetario internazionale, vedeva gli Stati Uniti ancora largamente al primo posto con un Pil di 16.200 miliardi di dollari contro gli 8.200 miliardi di dollari della Cina. Usando il metodo PPP, viceversa, nel 2011 il Pil americano era pari a 15.535 miliardi dollari e quello cinese era di 13.496 miliardi di dollari. Una distanza tutt'altro che incolmabile in tre anni, tenuto conto che in questo periodo la Cina è cresciuta circa del 24% mentre gli Usa solo del 7,6 per cento. Da qui la conclusione della Banca mondiale che il sorpasso nel corso del 2014 è praticamente acquisito. Quella di oggi è la prima revisione del metodi di calcolo che la Banca mondiale effettua dal 2005. L'ascesa della Cina è impressionante se si pensa che nel 2005 il suo Pil, sempre calcolato con il metodo della parità di potere d'acquisto, era pari ad appena il 43% di quello degli Stati Uniti.

Italia undicesima (e ancora più indietro nel Pil pro capite)
Nel rapporto diffuso oggi gli economisti della World Bank hanno rivisto al rialzo il Pil di molti Paesi in via di sviluppo, non solo della Cina. Il risultato è che l'India balza al terzo posto mondiale con un Pil di 5.757 miliardi di dollari nel 2011 (ultimo anno disponibile) contro i 4.380 del Giappone. Per l'Italia invece solo l'undicesimo posto con 2.057 miliardi di dollari, superata di un soffio dall'Indonesia e con il Messico non lontano a 1.895 miliardi di dollari. Tutt'altro discorso, ovviamente, se si prende in considerazionne il Pil pro capite, con la Cina che scivola al 99esimo posto e l'India al 127esimo. Questa speciale classifica tuttavia non è consolatoria per l'Italia, che scivola al 34esimo posto mondiale, dieci posizioni dietro la Germania e quattro dietro la Francia. Senza contare che questi dati sono riferiti al 2011, quando cioè la crisi dell'Eurozona era ben lontana dalla fine.

Se la forbice tra Paesi ricchi e poveri si è dunque ridotta, il mondo "avanzato" mantiene comunque una fetta considerevole del reddito globale con il 50%, a fronte di una popolazione pari al solo 17% di quella dell'intero pianeta. I quattro Paesi dove il costo della vita è più alto sono nell'ordine: Svizzera, Norvegia, Bermuda e Australia. In fondo alla classifica sono invece Egutto, Pakistan, Myanmar ed Etiopia.

Vai al rapporto della Banca mondiale

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