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Renzi: la riforma della Pa sul tavolo del Cdm il 13 giugno, arriva il Pin del cittadino

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Stop a dirigenti pubblici di prima e seconda fascia, si va verso il ruolo unico e una carriera che va avanti per incarichi. Possibilità di licenziare il dirigente che rimane privo di incarico per un certo tempo. Taglio del 50% ai permessi sindacali. Sono alcuni degli ingredienti contenuti nel menù di riforma della Pubblica amministrazione predisposta dal governo Renzi, e illustrata dal presidente del Consiglio durante la conferenza stampa al termine del Consiglio dei ministri. Il governo invierà una lettera ai dipendenti pubblici (leggi il testo) , nella quale spiega le linee guida del piano.

Prima la consultazione, poi le misure in Consiglio dei ministri
La tabella di marcia prevede una trentina di giorni di confronto sulla proposta, con integrazioni e suggerimenti: consultazione dal 30 aprile al 30 maggio, con la possibilità di scrivere a un indirizzo di posta elettronica (Rivoluzione@governo.it), quindi, nei 14 giorni successivi il Governo predisporrà le misure che saranno approvate dal Consiglio dei Ministri del 13 giugno 2014. Nella lettera che sarà inviata ai dipendenti pubblici si legge che: «La consultazione sarà aperta dal 30 aprile al 30 maggio. Nei quindici giorni successivi il Governo predisporrà le misure che saranno approvate dal Consiglio dei Ministri il giorno venerdì 13 giugno 2014».

Il capo del governo ha confidato di voler evitare un decreto legge. «Non c'è un tema di esuberi della pubblica amministrazione italiana. Pensiamo che si debbano ridurre le sovrapposizioni», ha sottolineato il presidente del Consiglio. «Se la Pa non la cambiamo rimaniamo un Paese impantanato ma noi crediamo che riusciremo a farlo».

Madia: serve mobilità, anche obbligatoria
La ministra della Pa Marianna Madia, intervenuta durante la conferenza stampa, ha chiarito: occorre «mettere in campo» una «mobilità che funzioni», sia «volontaria, ma anche obbligatoria, garantendo dignità al lavoratore», con riferimento alle retribuzioni e alla «non lontananza da luogo lavoro». La priorità è «sbloccare al massimo il blocco del turn over». «Abbiamo delle patologie da sanare, come gli idonei non assunti e i precari - ha continuato -. Non ho problemi a parlare di eventuali prepensionamenti».

Renzi: possibili 15mila nuovi assunti entro il 2018
«Se obblighi tutti ad andare in pensione», ha ricordato Renzi, risulterebbe prudente la previsione di 10mila nuovi assunti, «in realtà i calcoli che abbiamo fatto sono tra i 14 e i 15mila da qui al 2018».

Il premier: non ho paura di discutere con i sindacati
Renzi ha aperto al confronto con i sindacati, ma ha chiesto tempi "secchi": «il metodo di lavoro» che è stato scelto «è il più possibile partecipato, non ho paura di fare discussioni. Non abbiamo paura, siamo pronti a discutere con i sindacati ma ci diamo dei tempi secchi ed è evidente che nella riforma della Pa niente è inderogabile».

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