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Questo articolo è stato pubblicato il 01 maggio 2014 alle ore 16:28.
L'ultima modifica è del 01 maggio 2014 alle ore 17:31.
Il cancelliere tedesco Angela Merkel partirà stasera per Washington dove incontrerà il presidente americano Barack Obama in una visita ufficiale che cade nel pieno della crisi ucraina. Fonti del governo tedesco hanno spiegato che gli attriti con la Russia e la vicenda degli osservatori Osce di nazionalità tedesca sequestrati dai filo-russi nel sud-est del Paese saranno al centro della visita.
Dopo Obama anche Merkel, ieri a colloquio anche sull'Ucraina con il premier giapponese Shinzo Abe, oggi in un comizio a Francoforte in vista delle elezioni Europee del 25 maggio, ha esplicitamente escluso la possibilità di un intervento armato nella disputa tra Russia e Ucraina, ribadendo che conta di risolvere esclusivamente con la diplomazia e il dialogo la peggiore crisi eruoepea dalla fine della Guerra Fredda. «Avremmo imparato pur qualcosa a 100 anni dall'inizio della I guerra Mondiale e 75 dopo l'inizio della II se ricorressimo agli stessi metodi? No» ha risposto alla sua stessa domanda Merkel.
Il cancelliere ha ribadito che continuerà «a lavorare per avere buone relazioni con la Russia» aggiungendo «noi non risolveremo i nostri conflitti con mezzi militari. Soluzioni militari debbono essere escluse». Parole distensive accolte da un fragoroso applauso da un popolo che, secondo un sondaggio delle tv pubblica ARD, per il 72% teme il ritorno alla «Guerra Fredda». Rilevazione che però evidenzia una minoranza, il 18%, che si schiera a favore di un intervento armato a favore dell'Ucraina. Merkel ha concluso: «In sintesi noi continuiamo a ricercare una soluzione diplomatica. Stiamo aiutando l'Ucraina in un percorso difficile ma vogliamo continuare ad avere una partnership ragionevole con la Russia». Strada dialogante propugnata anche dall'Italia con, in primis, il ministro degli Esteri, Federica Mogherini
Merkel ha chiesto inoltre a Putin di intervenire per la liberazione degli ispettori dell'Osce, presi in ostaggio dagli insorti -pro-russi in Ucraina. Nel corso di una conversazione telefonica, la Merkel ha chiesto a Putin " di contribuire alla liberazione degli osservatori militari detenuti nel sud-est dell'Ucraina, sette provenienti da Paesi europei, tra cui la Germania e quattro ucraini". Putin, da parte sua, ha insistito sulla necessità di un ritiro "delle truppe (ucraine) dal sud-est del paese". Putin e la Merkel - sempre secondo quanto riferito dal Cremlino - hanno entrambi insistito sulla necessità di una mediazione Osce in Ucraina
A Mosca circa 100.000 persone hanno affollato la piazza Rossa nella tradizionale manifestazione del primo maggio che quest'anno si è trasformata in una prova di orgoglio russo al cospetto della crisi ucraina. La cifra è stata comunicata dal ministero dell'Interno. L'Ucraina è stata più volte citata nel discorso del presidente della Federazione dei sindacati indipendenti Mikhail Shmakov e dal leader della Federazione dei sindacati di Mosca Serghei Chernov. «Oggi è un grande giorno. La Crimea e Sebastopoli sono tornati alla Russia e i sindacati sono tornati nella piazza Rossa», ha detto Chernov, sottolineando come per la prima volta dalla disintegrazione dell'Urss nel 1991 la manifestazione per il primo maggio sia tornata nella piazza Rossa. Tra i manifestanti, molte bandiere delle città ucraina filo-russe come Donetske Lugansk e anche cartelli con la scritta «Nato go home».
Intanto nell'Est Ucraina circa 300 manifestanti filo-russi hanno preso d'assalto la sede dell'ufficio del procuratore regionale di Donetsk. Almeno quattro poliziotti sono stati feriti. La folla ha lanciato pietre contro l'edificio e i poliziotti in tenuta antisommossa intervenuti a difesa del del sito, circa un centinaio, che hanno risposto all'attacco della folla con granate stordenti e gas lacrimogeni. I poliziotti sono stati picchiati e disarmati dalla folla, al grido di "fascisti fascisti!". I filo-russi hanno attaccato l'edificio da più lati.
Il 28 aprile davanti allo stesso ufficio i separatisti attaccarono con coltelli e mazze da baseball una manifestazione pro-Kiev.
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