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Questo articolo è stato pubblicato il 02 maggio 2014 alle ore 17:49.

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Ha scelto la massima solennità possibile per l'evento, lui che di solito predilige la frugalità delle forme. Papa Francesco ha parlato al neonato Consiglio per l'Economia, l'organismo nato dalla recente riforma delle finanze vaticane che dovrà dettare le linee guida per l'amministrazione dei beni della Chiesa, presieduto dal cardinale tedesco Marx. Bergoglio è stato chiaro: i beni della Chiesa vanno gestiti con una particolare premura per i poveri, e serve una «nuova mentalità» di servizio evangelico nelle amministrazioni della Santa Sede. Insomma, la trasparenza è importante, le leggi sono necessarie, ma alla fine di tratta solo di un mezzo: il fine è fare del bene, perchè questa è la missione della Chiesa, non fare buoni affari: «Non dobbiamo uscire da questa strada, trasparenza, efficienza … Tutto è per questo».

Il papa argentino sa bene che dentro la Curia, dove si discute di riforme radicale, le resistenze sono molte, e le guerre per il controllo di pezzi delle nuove finanze sono in corso, come dimostrano le recenti prese di posizione, apparentemente minori, attorno allo Ior e alle varie commissioni create un annoi fa da Francesco per formulare consigli e che non riescono ad essere chiuse, moltiplicando così in qualche modo i centri di potere o comunque di influenza. Insomma, il percorso della riforma della Curia «non sarà semplice e richiede coraggio e determinazione».

Attorno alle finanze, quindi, ormai insistono molto soggetti "politici": Il segretario di Stato, cardinale Parolin , che fa parte del Consiglio di Vigilanza dello Ior e nomina i vertici dell'Aif (l'auorità di controllo sui flussi finanziari, da dove si è dimesso di recente il cardinale Nicora dopo uno scontro con il direttore), poi c'è il Segretariato per l'Economia, presieduto dal cardinale Pell - che il Papa oggi ha ringraziato - che è il nuovo super-ministro delle Finanze.

L'organigramma prevede inoltre il cardinale Marx che presiede il Consiglio per l'Economia, cui si aggiungono il cardinale Calcagno presidente dell'Apsa, ente che diventerà la banca centrale vaticana, il presidente del Governatorato cardinale Bertello (membro del C-8, come Pell e Marx), oltre al cardinale Versaldi prefetto per gli Affari Economici, ministero che fino ad oggi ha scritto il bilancio annuale consolidato e che potrebbe essere via via assorbito da altri soggetti ma su cui ancora evidentemente c'è un dibattito aperto (e non poche resistenze alla sua scomparsa, che porterebbe con sè la fine di altro centro di influenza).

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