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Questo articolo è stato pubblicato il 02 maggio 2014 alle ore 20:23.

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Enel chiude l'accordo per acquistare un'altra partecipazione di minoranza in Sudamerica. La controllata cilena Enersis ha firmato mercoledì scorso un'intesa con Inkia America Holding che la porterà a raggiungere la maggioranza assoluta, con una partecipazione pari al 58,6%, in Edegel, società peruviana presente nella generazione elettrica con una potenza istallata di 1.540 megawatt.

Il gruppo elettrico aveva già una posizione di controllo nella società, quotata sul mercato azionario nazionale, potendo contare su una quota del 37,5 per cento. Con l'intesa raggiunta nei giorni scorsi, Enersis arriverà a detenere la maggioranza assoluta con un esborso di 413 milioni di dollari. Tecnicamente l'operazione è piuttosto articolata, perchè l'aumento della partecipazione avviene attraverso l'acquisizione di quote detenute con varie scatole societari. Enersis, infatti, procederà a rilevare il pacchetto del 39,01% che Ikia detiene in Generandes Perù, che a sua volta detiene il 54,2% di Edegel.

Enersis era già presente in attraverso Endesa Chile in Generandes con una quota del 21% circa. Endesa Chile, a sua volta, già controllava indirettamente il 29,4% di Edegel. Un complesso intrigo azionario che caratterizza quasi tutte le partecipazioni detenute da Endesa in Sudamerica e nel quale ora Enel, attraverso il piano di riacquisto delle minoranze annunciato nel piano industriale, sta cercando di mettere ordine.

A fronte dell'esborso di 413 milioni di dollari il gruppo ottiene un impatto a livello di incremento dell'utile consolidato di Enel nell'ordine di 27 milioni di euro e un aumento dell'eps (utile per azione), sempre a livello di gruppo, dello 0,4 per cento. Edegel ha chiuso il 2013 con un ebitda di 280 milioni di dollari e un utile netto di 170 milioni di dollari.

Questa operazione rientra tra gli obiettivi di riacquisto delle minoranze da finanziare parzialmente con i fondi raccolti attraverso l'aumento di capitale da 1,7 miliardi di dollari varato da Enersis a fine marzo 2013. A oggi il gruppo ha speso in questo tipo di operazioni circa 900 milioni. C'è infatti un'altra acquisizione da 309 milioni di dollari passata un po' in sordina a fine marzo e che riguarda l'acquisto da parte di Endesa Chile del 50% di GasAtacama dal fondo di private equity Southern Cross Group, portando così la sua posizione al controllo del 100 per cento del capitale. Il valore accrescitivo dell'eps di gruppo era in quel caso dello 0,3-0,4 per cento.

E poi c'è l'Opa su Coelce, lanciata nel febbraio scorso, e che ha comportato un esborso di 242 milioni di dollari, con un valore accrescitivo sull'eps di gruppo dell'1 per cento. Nel piano industriale annunciato da Enel era stata indicata l'intenzione di incrementare l'eps di gruppo attraverso il riacquisto di minoranze del 12% circa nell'arco di 5 anni: in pochi mesi un paio di punti percentuali sono già stati raggiunti. Per portare avanti il piano sulle minorities il gruppo non attingerà solo dalle risorse derivanti dall'aumento di capitale di Enersis, che sono già stata utilizzate o impegnate per 900 milioni. Ma potrà anche impiegare il flusso di cassa prodotto dalla gestione e che il piano indica a livello cumulativo, dunque nell'arco di 5 anni, pari a 9,7 miliardi.

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