Storia dell'articolo
Chiudi

Questo articolo è stato pubblicato il 02 maggio 2014 alle ore 12:56.

My24
Sergei Lavrov (reuters)Sergei Lavrov (reuters)

Relazioni bilaterali, espansione del consenso internazionale e possibile partecipazione alla costruzione del Canale interoceanico del Nicaragua.
Il ministro degli Esteri russo Sergei Lavrov ha concluso una visita lampo in America Latina, dove ha incontrato i presidenti di Cuba, Nicaragua, Cile e Perù. Molti i temi affrontati.

Le relazioni internazionali sono importanti per Mosca e l'erosione di consensi che patisce la Russia in Europa, dopo l'annessione della Crimea, potrebbe esser bilanciata da un riavvicinamento ai vecchi amici latinoamericani. L'obiettivo è quindi quello di rilanciare le relazioni bilaterali e ringraziare personalmente i leader per aver sostenuto la linea della Russia nella risoluzione delle Nazioni Unite ma anche di offrirsi come partner nella realizzazione di un faraonico progetto infrastrutturale: Il Canale interoceanico del Nicaragua.
Le eccellenti relazioni diplomatiche della Russia con vari Paesi latinoamericani si sono spesso tradotte in importanti accordi economici. Ma questa volta potrebbe profilarsi davvero una maxi intesa.
Poco meno di un anno fa il governo del Nicaragua, guidato da Daniel Ortega, ha approvato il progetto di un canale di 286 chilometri, cui si aggiungerebbe la costruzione di un aeroporto, due porti extradoganali e una linea ferroviaria. La concessione per i lavori è già stata rilasciata a una società di Hong Kong, HK Nicaragua Canal development investment, conosciuta anche come HKND, che fa capo a un quarantenne cinese, Wang Jing. I tempi della concessione sono di 100 anni e la l'investimento è di 40 miliardi di dollari.

Una maxiopera che riscriverebbe i flussi di una quota importante del commercio mondiale, si tratta infatti di un'alternativa al Canale di Panama che proprio l'anno prossimo verrà inaugurato nella sua versione ampliata e potenziata. Panama e Nicaragua, due canali nell'istmo centroamericano, in concorrenza tra di loro, nelle tariffe e nella tessitura delle relazioni con i Paesi amici.
Il Canale del Nicaragua, finanziato prevalentemente con capitali cinesi e di Hong Kong, potrebbe esser integrato da fondi russi e ciò non farebbe che moltiplicare le inquietudini degli americani.
La presenza dei russi in America Latina desta sempre attenzione, un'area considerata zona di influenza degli Stati Uniti. Non è mai stata dimenticata la celebre affermazione, pronunciata negli anni Settanta dal segretario di stato americano Henry Kissinger, che definiva il subcontinente come our backyard>, il nostro cortile, frase che sottintendeva la volontà degli Stati Uniti di condizionare i destini dell'America Latina.
Al di là dei vantaggi economici che secondo il governo di Daniel Ortega potrebbero estirpare la povertà in Nicaragua, la costruzione di un secondo canale interoceanico nell'istmo centroamericano comporterebbe anche dei problemi.
Eliseo Nuñez, deputato dell'opposizione in Nicaragua, ha accusato Ortega di politiche populiste, di chi vuol vendere speranza al Paese, come se il canale fosse una panacea ai mali che affliggono la nazione centroamericana da decenni>. Ne sono seguite le polemiche degli ecologisti e le contestazioni di chi sostiene che gli espropri delle terre per la costruzione del Canale sono incostituzionali. Così come si è detto che le riserve della Banca centrale del Nicaragua non sono spendibili per interventi di spesa.
Ma il vero timore è quello degli Stati Uniti: la presenza della Russia nell'area ha sempre suscitato grande inquietudine.

Commenta la notizia

Shopping24

Dai nostri archivi