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Questo articolo è stato pubblicato il 04 maggio 2014 alle ore 08:13.

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Jorge Mario
Bergoglio - Francesco
Se c'interroghiamo sui gesuiti e sulla loro origine, la prima immagine a cui rivolgerci è quella del loro fondatore: Ignazio di Loyola. Addentrandoci nella storia di quest'uomo potremo capire meglio il nucleo ispiratore della Compagnia di Gesù. Vediamo sant'Ignazio: l'uomo con le sue caratteristiche, l'elezione di cui Dio lo ha fatto oggetto, la fedeltà alla chiamata che ha ricevuto, e comprendiamo che la sua interiorità si trasforma in lievito apostolico, in lievito della storia. Sant'Ignazio non è uno spirituale isolato e neanche un intraprendente organizzatore: è l'uomo, chiamato da Dio, fedele alla chiamata, che rende possibile il dialogo tra la parola di Dio e la cultura della sua epoca; quel dialogo si fa istituzione. E quell'istituzione è la Compagnia di Gesù. (...)
Molte volte sant'Ignazio è stato definito il bastione della Controriforma. In questo c'è qualcosa di vero, ma l'affermazione non è così pacifica come potrebbe sembrare a prima vista. D'altra parte, quel fenomeno culturale religioso (la Riforma) incentivò la fedeltà del servizio di sant'Ignazio e lo condusse a lottare per l'unità cattolica. (...) Diciamo che i gesuiti erano più impensieriti da Calvino che da Lutero. E Calvino li impensieriva di più in quanto scismatico che non in quanto eretico. Essi seppero delineare nitidamente il vero nemico di quel momento. Per questo, se parliamo di loro come dei campioni della Controriforma, possiamo dire che la loro lotta si è concentrata contro il calvinismo scismatico. Avevano colto con sagacia che lì si annidava il vero pericolo per la Chiesa. E qual è lo scisma calvinista che provocherà la lotta di Ignazio e dei primi gesuiti? Si tratta di uno scisma che tocca tre aree: l'uomo, la società e la Chiesa. Nell'uomo, il calvinismo provocherà lo scisma tra ragione ed emozione. Separa la ragione dal cuore. Sul piano emotivo l'uomo di quel secolo, e sotto l'influsso luterano, viveva l'angoscia per la propria salvezza. E, secondo Calvino, di quell'angoscia non occorreva preoccuparsi. Contava soltanto curarsi delle questioni dell'intelligenza e della volontà. Qui ha origine lo squallore calvinista: una disciplina rigida con una grande sfiducia in ciò che è vitale, il cui fondamento è la fede nella totale corruzione della natura umana, che può essere ordinata soltanto dalla sovrastruttura dell'azione dell'uomo.
Calvino compie uno scisma dentro l'uomo: tra la ragione e il cuore. Più ancora, nella stessa ragione, Calvino provoca un altro scisma: scisma tra la conoscenza positiva e la conoscenza speculativa. Si tratta dello scientismo che spezza l'unità metafisica e provoca uno scisma nel processo intellettivo dell'uomo. Ogni oggetto scientifico viene assunto come assoluto. La scienza più sicura è la geometria. I teoremi geometrici saranno una sicura guida di riferimento del pensiero. Questo scisma, avvenuto nella stessa ragione umana, colpisce tutta la tradizione speculativa della Chiesa e tutta la tradizione umanistica.
A questo scisma nell'intimo dell'uomo, sant'Ignazio e i suoi successori contrappongono due elementi fondamentali. Il primo è la tradizione umanistica, per ricapitolare la tradizione di pensiero della Chiesa: «Si devono lodare la teologia positiva e la scolastica. Infatti, come è proprio dei dottori positivi san Gerolamo, sant'Agostino, san Gregorio e altri muovere l'affetto per amare e servire in tutto Dio nostro Signore, così è proprio degli scolastici san Tommaso, san Bonaventura, Pietro Lombardo e altri definire e chiarire per i nostri tempi quanto è necessario per raggiungere la salvezza eterna e per meglio impugnare e confutare gli errori e le falsità. Infatti i dottori scolastici, che sono più moderni, non solo si servono dell'autentica interpretazione della Sacra Scrittura e dei santi dottori positivi, ma, illuminati e guidati essi stessi dalla grazia divina, utilizzano anche i concili, i canoni e le costituzioni della nostra santa madre Chiesa » («Regole per sentire con la Chiesa», in Esercizi spirituali). Questa regola è un prodigio di fusione tra la parte emotiva e quella speculativa dell'uomo, il cui risultato viene inserito nella tradizione del corpo vivente della Chiesa. E si noti che qui sant'Ignazio non concepisce la tradizione come una realtà chiusa, come qualcosa di già completato, custodito con sette mandate e su cui nessuno possa più dire alcunché. Per sant'Ignazio il concetto di tradizione non è statico, non si tratta di una realtà passata e conclusa. Nella descrizione che dà degli scolastici egli rimarca il dialogo della teologia con la storia, con la cultura di quel tempo. In altre parole, il suo concetto di tradizione è aperto alla speculazione teologica. È questa la prima realtà che sant'Ignazio e la primitiva Compagnia di Gesù si apprestano a opporre allo scisma protestante tra ragione e cuore. E, dentro la ragione, tra conoscenza positiva e conoscenza speculativa. La seconda cosa che i gesuiti oppongono allo scisma calvinista nell'uomo è la riformulazione della metafisica. Perché insieme ai primi gesuiti nasce un forte movimento neoscolastico: il suo rappresentante più insigne sarà Francisco Suárez.
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Brano tratto dal libro di Papa Francesco, Chi sono i gesuiti, in libreria dall'8 maggio, per Emi, Bologna, pagg. 128, € 11,90 (disponibile anche in e-book)
In contemporanea usciranno altri due titoli di Francesco, sempre per Emo, Il desiderio allarga il cuore e La croce e la pace

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