Presidenza Ue, scende in campo l'Italia. Da Craxi a Prodi, ecco la storia dei nostri semestri europei
Dal 1° luglio l'Italia ritorna alla guida della Ue: venerdì 9 maggio, anniversario della dichiarazione Schuman del 1950, si celebra la "Giornata dell'Europa", a breve seguirà l'annuncio del logo e del programma del semestre. Mancherà però l'evento mediatico finale della presidenza - il vertice dei capi di Stato e di governo in Italia - che adesso si svolge sempre a Bruxelles - Cronologia europea
di Piero Fornara
1. La presidenza italiana della Ue: cinque volte in 30 anni
Dal 1° luglio l'Italia ritorna alla guida dell'Unione europea: sarà la quinta presidenza di turno degli ultimi trent'anni (e dovremo prevedibilmente aspettare il 2029 per vedere la prossima). Mancherà però l'evento mediatico finale: il vertice dei capi di Stato e di governo in una città italiana. Così invece era avvenuto a Milano nel giugno 1985, con Bettino Craxi presidente del Consiglio; a Roma nel dicembre 1990 con Giulio Andreotti, a Firenze nel giugno 1996, dopo la vittoria elettorale della coalizione dell'Ulivo guidata da Romano Prodi.
Con l'entrata in vigore del Trattato di Nizza, il 1° febbraio 2003, sono cambiate le regole e da allora i vertici Ue di fine semestre si svolgono sempre nel palazzo Justus Lipsius a Bruxelles. Questa soluzione fu escogitata al Consiglio europeo di Nizza - aperto venerdì 8 dicembre 2000 e terminato all'alba di lunedì 11 – per ottenere il consenso del Belgio sul tema spinoso della "riponderazione" dei voti in Consiglio (importante per gli equilibri politici dell'Unione). Nel semestre europeo del 2003 alla guida del governo italiano c'è Silvio Berlusconi, che riunisce a Roma in ottobre la conferenza intergovernativa sul progetto di Trattato costituzionale. In Campidoglio, il 29 ottobre 2004, viene firmata anche la Costituzione europea, che sarà poi bocciata per referendum nel 2005 da Francia e Olanda. L'àncora di salvataggio, per non buttare a mare il processo di revisione delle istituzioni europee, diventa il Trattato di Lisbona, firmato nel dicembre 2007 ed entrato in vigore il 1° dicembre 2009.
Guardando in retrospettiva all'idea di Europa dalla fine della Seconda guerra mondiale a oggi, possiamo registrare molti successi, a cominciare dall'istituzione della Ceca nel 1951 e dalla firma dei Trattati di Roma nel 1957, ma anche non pochi fallimenti, come il "no" della Francia alla Comunità europea di difesa nel 1954. Di solito si è proceduto per piccoli passi, mediante "conferenze intergovernative" che richiedono il voto unanime dei partecipanti secondo le regole del diritto internazionale. Un colpo d'ala sembrò esserci con il progetto di Trattato dell'Unione europea, promosso da Altiero Spinelli e adottato a larga maggioranza dal Parlamento europeo il 18 febbraio 1984. Spinelli, già coautore del "Manifesto di Ventotene" scritto durante gli anni del confino fascista e fondatore del Movimento federalista europeo, eletto come indipendente nelle liste del Pci, era riuscito a motivare i deputati europei sulla possibilità di esercitare un potere costituente. Il suo progetto rimane una testimonianza molto significativa, ma non fu poi approvato dai governi europei.
©RIPRODUZIONE RISERVATA