Presidenza Ue, scende in campo l'Italia. Da Craxi a Prodi, ecco la storia dei nostri semestri europei

Afp

Un bel sole di inizio estate incornicia al Castello Sforzesco di Milano il vertice dei leader europei a chiusura del semestre italiano (28-29 giugno 1985). Padrone di casa è Bettino Craxi, presidente del Consiglio, con accanto Giulio Andreotti, suo ministro degli Esteri nel primo governo di "pentapartito" a guida socialista (Dc, Psi, Psdi, Pri, Pli). Pochi giorni prima il democristiano Francesco Cossiga era stato eletto al primo scrutinio presidente della Repubblica (anche con i voti del Pci), subentrando a Sandro Pertini.

All'epoca gli Stati membri erano dieci, ma erano presenti a Milano come osservatori anche i primi ministri di Spagna e Portogallo, Felipe Gonzales e Mario Soares, in vista dell'entrata dei due nuovi paesi nella Comunità europea (non ancora "Unione") a partire dal 1° gennaio 1986 (a poco più di dieci anni dalla fine del regime franchista in Spagna e di quello salazarista in Portogallo). La firma dei trattati di adesione di Madrid e di Lisbona, dopo un negoziato di quasi sette anni, era avvenuta il 12 giugno, anche per merito della diplomazia italiana.

A Milano fra i volti più noti ci sono il cancelliere federale tedesco Helmut Kohl, il presidente francese François Mitterrand e la "lady di ferro" Margaret Thatcher, oltre al presidente della Commissione europea Jacques Delors. I capi di Stato e di governo, con le rispettive delegazioni, si riuniscono nei locali storici (ma fragili) del Castello Sforzesco con un buon successo d'immagine, mentre la stampa è ospitata nella piazza d'armi, sotto grandi tendoni a strisce. I giornalisti accreditati per l'evento trovano anche un assaggio della "Milano da bere" degli anni 80: vino di qualità, disponibile alla spina dalle botticelle in legno poste ai lati del lungo tavolo per il buffet.

Il vertice europeo si apre all'insegna dell'incertezza, nonostante il relativo ottimismo nelle relazioni Est-Ovest, dopo che a Mosca in marzo il 54enne Mikhail Gorbaciov era diventato nuovo segretario generale del Pcus. A sorpresa però il cancelliere Kohl presenta un nuovo progetto di trattato comunitario. Mitterrand appoggia subito la proposta, mentre la Thatcher si oppone: Craxi decide allora di forzare il gioco e riesce a far passare a maggioranza (sette contro tre) la proposta di una conferenza intergovernativa con un largo mandato riformatore dei Trattati di Roma. Ne scaturirà l'Atto unico europeo, operativo dal 1° luglio 1987, che porterà al completamento del mercato interno - con la libera circolazione di persone, merci, capitali e servizi ("le quattro libertà") - a partire dal 1° gennaio 1993.