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Questo articolo è stato pubblicato il 06 maggio 2014 alle ore 15:53.
L'ultima modifica è del 08 maggio 2014 alle ore 13:19.

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(Reuters)(Reuters)

Un rapporto di 1.300 pagine scritto da 300 scienziati che lancia l'allarme climatico negli Stati Uniti. Aumento del livello dei mari, inondazioni, siccità, ondate di caldo estremo. Il «National Climate Assessment» pubblicato ieri dalla Casa Bianca è un monito al governo perché intervenga subito per ridurre le emissioni di gas serra responsabili dei cambiamenti climatici. Eppure per l'opinione pubblica americana il clima è l'ultimo dei problemi, anzi per molti proprio non esiste ed è solo il frutto di valutazioni di parte di organizzazioni ambientaliste.

Obama cerca di risvegliare la sensibilità ambientale
Un vero grattacapo per Barack Obama, che lo scorso giugno aveva lanciato un Piano d'azione sul clima il cui obiettivo principale è la drastica riduzione delle emissioni di CO2 prodotte dalle centrali elettriche. Ieri il presidente ha cercato di risvegliare la debole coscienza ambientale degli americani concedendo una serie di interviste a popolari meteorologi come Al Roker della Nbc, che hanno commentato con lui i foschi risultati del rapporto.

Il decennio più caldo di sempre in America
Il lavoro degli scienziati viene definito un vero e proprio «game changer». Elaborato da un comitato consultivo del ministero Usa del Commercio, il rapporto è giunto alla sua terza edizione dopo quelle del 2000 e del 2009. Quella diffusa ieri è la versione finale di un primo report del gennaio 2013. Le conclusioni sono allarmanti: la
temperatura media negli Usa è aumentata di circa 0,8 gradi
centigradi dal 1895 ad oggi, ma l'80% della crescita è avvenuto a partire dagli anni Ottanta del XX secolo. L'ultimo decennio è stato il più caldo mai registrato. «Non vi è alcun dubbio che il clima stia cambiando - avverte Don Wuebbles, scienziato dell'Università dell'Illinois e principale autore dello studio - e sta cambiando a un valore dieci volte maggiore del normale».

Cinque milioni di americani a rischio
Gli esperti prevedono che gli Stati del Midwest e del Nord-Est degli Stati Uniti vedranno un aumento di forti piogge e un maggior rischio di inondazioni. Mentre sulla costa Atlantica, nel Golfo del Messico e in Alaska a causa dell'innalzamento del livello del mare gli abitanti saranno colpiti da un numero maggiore di mareggiate, e i residenti delle città costiere, soprattutto in Florida, vedranno un numero più frequente di inondazioni. Sono circa 5 milioni gli americani che vivono in zone costiere vulnerabili a un aumento del livello dei mari. «Il messaggio che vogliamo lanciare è che il clima sta cambiando adesso - spiega Radley Horton, uno degli autori - Non possiamo illuderci che sia un problema riservato alle future generazioni».

Clima all'ultimo posto delle preoccupazioni dei cittadini
Chissà se questa volta Barack Obama riuscirà a convincere gli americani che si tratta di un tema serio, da non prendere sotto gamba. I sondaggi dicono il contrario. «Non abbiamo nessun elemento per dire che il clima sia una priorità per gli americani - osserva Frank Newport, responsabile dei sondaggi Gallup - Sono molto più preoccupati per lavoro ed economia». E anche all'interno dei dossier ambientali, il riscaldamento del pianeta è meno importante di temi più legati alla quotidianità come l'inquinamento dell'acqua potabile o i rifiuti tossici.

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