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Questo articolo è stato pubblicato il 06 maggio 2014 alle ore 14:00.
L'ultima modifica è del 06 maggio 2014 alle ore 18:08.

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Occorre «mandare in Europa persone capaci di riportare l'Italia là dove deve stare» ha detto il premier Matteo Renzi. Ineccepibile. Occorre però che quelle stesse persone, se elette, siano anche nelle condizioni di poter sedere nel Parlamento di Strasburgo. È il tema delle incompatiblità tra la carica di deputato europeo e poltrone "nazionali". Argomento volutamente lasciato sullo sfondo nella campagna elettorale e che evita a ministri, senatori, deputati, assessori e consiglieri regionali in campo per il 25 maggio di dire in anticipo cosa faranno se verranno premiati dagli elettori. Prepareranno le valige per l'Europa o si tratta semplicemente di candidature "di servizio"? Meglio non prendere impegni: si evitano figuracce.

Il primato del Pd: i deputati e il consigliere toscano "super-renziano"
Il fenomeno è rilevante sia da un punto di vista numerico, sia per quello "qualitativo". Al Pd spetta, seppur di un soffio, il primato nel primo ambito: tra i 73 candidati democratici 19 (più di un quarto) sono persone in potenziale "conflitto". Prendiamo i capilista nelle circoscrizioni che l'ex rottamatore ha voluto tutte donne: Alessia Mosca (Nord Ovest), Alessandra Moretti (Nord Est), Simona Bonafè (Centro) e Pina Picierno (Sud) sono deputate in carica; unica eccezione il magistrato Caterina Chinnici (figlia del giudice Rocco, ucciso dalla mafia). Nell'elenco compaiono anche altri parlamentari come l'ex ministro Cécile Kyenge o l'ex presidente della provincia di Roma Enrico Gasbarra. Tutti pronti a lasciare Montecitorio? La tipologia non si esaurisce qui perché scorrendo la lista si trovano altri candidati con cariche che, secondo la legge, non sono cumulabili con quella di (eventuale) membro del Parlamento europeo: sono consiglieri regionali Damiano Zoffoli (Emilia Romagna), Anna Petrone e Nicola Caputo (Campania) ma anche Nicola Danti, toscano "fedelissimo" del premier Renzi (fu il responsabile regionale dei suoi comitati per le primarie del 2012 e primo firmatario della proposta di modifica allo statuto toscano che avrebbe dovuto consentire all'allora sindaco di Firenze di partecipare come delegato regionale all'elezione del Capo dello Stato). In rappresentanza dei governi regionali ci sono Michela Stancheris che il governatore siciliano Rosario Crocetta ha confermato come assessore nel rimpasto appena mese fa e Renata Briano, membro della giunta ligure guidata da Claudio Burlando. A coprire quasi tutto lo specchio di cariche non cumulabili con quella di deputato europeo contribuisce Marco Zambuto, il sindaco di Agrigento (ex Udc, poi Pdl e infine Pd), città che con i suoi quasi 60mila abitanti rende il primo cittadino non "spendibile" in Europa (il limite è 15mila abitanti).

Ncd schiera due ministri e un sottosegretario, il paradosso di Scopelliti
Anche nel Nuovo centro destra, unito con l'Udc per cercare di superare lo sbarramento del 4%, il tasso di "incompatibilità" è alto: ben 18 , uno in meno rispetto agli alleati di Governo del Pd ma con un peso specifico maggiore. Perché se Renzi ha deciso di schierare i ministri democratici nei manifesti elettorali, Angelino Alfano si è spinto oltre e ha inserito in lista due esponenti di Governo: Maurizio Lupi (Infrastruttre, capolista nel Nord Ovest) e Beatrice Lorenzin (Salute, capolista Centro). Della squadra dell'Esecutivo fa parte anche Gabriele Toccafondi che, in quanto sottosegretario all'Istruzione e deputato, sarebbe doppiamente incompatibile. Anche in casa centrista non mancano deputati (il segretario dell'Udc Lorenzo Cesa, Domenico Rossi, Angelo Cera, Filippo Picone), senatori (Giuseppe Marinello e Massimo Cassano) e consiglieri regionali (tra gli altri il toscano Marco Carraresi e il pugliese Andrea Caroppo). Sabato scorso il premier Renzi ha sospeso dalle sue funzioni di presidente della Regione Calabria Giuseppe Scopelliti condannato a sei anni di reclusione per abuso d'ufficio e falso in qualità di ex sindaco di Reggio Calabria: un provvedimento, in applicazione della legge Severino, che ha creato un paradosso: rende Scopelliti (candidato nella circoscrizione Sud e ancora molto forte sul territorio) "compatibile" con Strasburgo. Della giunta Crocetta-bis fa parte anche Patrizia Valenti (quota Udc), responsabile Autonomie locali e funzione pubblica e protagonista di uno scontro con lo stesso governatore perché non gli riferì di un rinvio a giudizio per un reato amministrativo contestatole quando guidava il Consorzio autostrade siciliane. Da segnalare, infine, lo "strano caso" di Gabriele Albertini: l'ex sindaco di Milano (da poco passato a Ncd) si era dimesso da parlamentare europeo per candidarsi alle politiche del febbraio 2013; ora corre per Strasburgo da parlamentare italiano senza però lasciare lo scranno a Palazzo Madama.

Forza Italia: l'esempio di Martusciello e l'«outing» di Ciocchetti
Anche il partito dell'ex premier Silvio Berlusconi non ha rinunciato a schierare parlamentari in carica, il più "pesante" dei quali è certamente il capolista al Sud Raffaele Fitto, ex ministro ed ex governatore pugliese, con alle spalle un breve passaggio al Parlamento europeo (lasciò dopo un solo anno). In totale però sono solo nove i candidati con incarichi italiani non compatibili con Strasburgo. Tra questi Fulvio Martusciello, assessore regionale campano che ha deciso di autosospendersi dal suo incarico; nel frattempo resta, comunque, consigliere regionale. Per Forza Italia corre anche Luciano Ciocchetti, al quale va riconosciuta una rara confessione in materia (benché riferita al passato): era già stato in corsa per l'Europa «nel 2004 e 2009 con l'Udc - ha ricordato in un'intervista a Libero - ma quelle erano candidature di servizio, l'elezione non mi interessava. Adesso corro per vincere».

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