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Questo articolo è stato pubblicato il 07 maggio 2014 alle ore 06:37.

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ROMA
Innovazione come parola chiave della crescita. Declinata insieme ad altre sei linee d'azione: «Giovani, competenza, responsabilità, cambiamento, merito, futuro». Sono questi i principi sui quali si baserà il triennio di presidenza di Marco Gabriele Gay, eletto nuovo presidente dei Giovani imprenditori di Confindustria per il periodo 2014-2017 nella riunione del Consiglio centrale che si è tenuta ieri. Su 162 schede, Gay ha avuto 147 si, 10 no, 3 bianche e 2 non valide. «Vogliamo essere facilitatori e promotori del cambiamento, come giovani sentiamo la responsabilità delle nostre azioni», ha detto Gay, che dopo la nomina ha tenuto una conferenza stampa. «Il futuro è dei giovani, e noi come movimento vogliamo contribuire. Non serve una rottura ma un grande patto generazionale», ha detto l'imprenditore torinese, nato nel 1976, sposato e con tre figli, entrato nel sistema confindustriale nel 2004, nel gruppo Giovani dell'Unione industriali di Torino. La carriera imprenditoriale comincia nell'azienda di famiglia, la Proma (oggi Saint-Gobain Abrasivi), nel 2013 è cofondatore e di AD2014, staut up innovativa nel settore food and beverage, azienda in cui ha l'incarico di presidente.
Gay è stato unico candidato alla successione a Jacopo Morelli: «Un modo di dimostrare la nostra forza e compattezza». E un grande applauso ha accolto la sua nomina, presente anche il numero uno di Confindustria, Giorgio Squinzi, che è intervenuto per ringraziare il presidente uscente e fare i complimenti a Gay: «È un giorno importante, c'è un cambio di guida ma una continuità nell'agire nella grande squadra di Confindustria», ha detto Squinzi, con una stretta di mano.
Inevitabile un riferimento al governo, durante la conferenza stampa: «È un'opportunità avere un primo ministro nostro coetaneo, siamo a disposizione per lavorare perchè l'obiettivo è unico». È la crescita del paese l'obiettivo, da raggiungere puntando su innovazione, internazionalizzazione, una valorizzazione del capitale umano e della cultura d'impresa. «È necessario avere una visione, una strategia che guardi a 5-10 anni per far ripartire il paese. Abbiamo una crescita rispetto al passato, vorrei vedere altri miglioramenti. Auspichiamo il taglio dell'Irap: dare un voto a Renzi è difficile ma il giudizio è certamente positivo».
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