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Questo articolo è stato pubblicato il 07 maggio 2014 alle ore 14:52.

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Antonio Conte sa come gira il mondo. «Quando ti siedi in un ristorante dove si pagano 100 euro, non puoi pensare di mangiare con 10 euro», ha detto il tecnico della Juventus dopo aver chiuso i conti con l'Atalanta. Chiaro e netto il riferimento alla Champions e alle sue prerogative e necessità. Con il terzo scudetto di fila ormai in cassaforte, cresce nel popolo bianconero l'urgenza di tornare protagonisti anche in Europa. Perché col passare del tempo (e delle vittorie) sale l'attesa per ciò che non c'è e ci potrebbe essere. L'Italia è stata conquistata in lungo e in largo, ora non resta altro da fare che affrontare a muso duro le grandi del continente. Come negli anni Ottanta e Novanta. Lo vogliono i tifosi, lo vorrebbe anche Conte, che più volte in passato ha lasciato intendere che presto o tardi vorrà scalare l'Olimpo del calcio internazionale. Peccato che tutto questo preveda un prezzo altissimo e che la società del presidente Andrea Agnelli non abbia alcuna intenzione di finire in braghe di tela per tentare un allungo che oggi pare decisamente fuori portata.

Conte non è uno sprovveduto, tutt'altro. Sa benissimo che per guardare negli occhi senza timore le corazzate d'Europa bisogna sistemare sul piatto almeno un centinaio di milioni di euro. Si dice da mesi: a questa Juve mancano due, forse tre grandi giocatori per diventare stellare. Chi conosce le logiche del calciomercato, intuisce le difficoltà del percorso. Per comprare un fuoriclasse, di quelli che possano cambiare l'inerzia di una partita da soli o quasi, servono non meno di 25-30 milioni. E poi c'è da considerare l'ingaggio, che in questi casi non è mai inferiore ai 4-5 milioni. Insomma, i conti tornano. Per allestire una squadra potenzialmente in grado di giocarsi fino in fondo le proprie chance in Champions League, la Juve avrebbe bisogno di attingere a un capitale di tutto rispetto. Robetta per chi tratta il petrolio come fosse acqua. Un'enormità, o quasi, per chi sta dall'altra parte del mondo e fa fatica a garantirsi entrate extralarge.

La Juve vuole Conte, Conte vuole la Juve. Venerdì prossimo il tecnico e la società dovrebbero sedersi intorno a un tavolo per capire cosa ne sarà di loro. L'ex capitano bianconero ascolterà le proposte di Agnelli e poi dirà la sua. Difficile che si arrivi allo scontro. Perché entrambe le parti vogliono la stessa cosa, vale a dire il bene del club. Cosa potrebbe promettere il presidente a Conte per convincerlo a rimanere e magari a rinnovare il contratto che scade nel 2015? Intanto, un ritocco dello stipendio, che da 3 milioni potrebbe passare a 5 o poco meno. E poi, e qui sta lo snodo principale, una piccola grande rivoluzione nella rosa. Da rivedere e correggere quasi completamente. Per rimescolare le carte e generare nuovo entusiasmo, da addomesticare secondo coscienza e virtù nei prossimi due-tre anni. Per la serie: non si può puntare a vincere subito in Europa perché non ci sono i soldi per collezionare fenomeni? Bene, allora ripartiamo da zero e ridimensioniamo le aspettative, nell'attesa che torni il bel tempo e che si presentino le condizioni per fare sul serio.

Un passo indietro per farne due in avanti, ecco cosa probabilmente chiederà Conte per continuare a sedersi sulla panchina della Juve. Via alla fase due, si cambia, anzi, si stravolge. Nel caso passasse la mozione C (come Conte), questi i giocatori che potrebbero lasciare la casacca bianconera tra qualche settimana: Pogba, Osvaldo, Vucinic, Quagliarella, Padoin, Ogbonna, Peluso, Llorente e Bonucci. Sì, pure questi ultimi due, perché per raccogliere denaro pesante è opportuno mettere in vetrina i prodotti migliori. Si incasserebbe tantissimo (tra i 100 e i 120 milioni di euro), si spenderebbe un po' meno. Chi potrebbe arrivare? Molto probabilmente, un grandissimo e alcuni ottimi giocatori. Il direttore dell'area generale di casa Juve, Beppe Marotta, ha già appuntato sul suo taccuino una serie di nomi, da vagliare e valutare a stretto giro di posta. In tema di top player, tra gli altri, sono calde le piste che portano a Sanchez del Barcellona e Di Maria del Real Madrid, due pezzi da novanta che starebbero benissimo nello scacchiere di Conte. Il primo sembra avvicinabile per numeri e idee. Il secondo un po' meno.

Nella categoria "ottimi giocatori" vanno invece inseriti, tra gli altri, Evra e Nani del Manchester United (per alcuni, il portoghese è già un uomo Juve), Morata del Real Madrid (superata l'Inter), Reus del Borussia Dortmund, Adriano del Barcellona, Cuadrado della Fiorentina (da trattare con Fiorentina e Udinese, difficilissimo) e Dzeko del Manchester City. In più, e non è un dettaglio da poco, a fine stagione andranno valutate le comproprietà che promettono fuochi d'artificio, per prospettive e talento. Sette nomi su tutti: Immobile, Gabbiadini, Berardi, Zaza, Marrone, Leali e Boakye. Giovani già pronti a sposare la causa bianconera, soprattutto nella logica del rinnovamento che Conte insegue e suggerisce. Ma che potrebbero essere destinati altrove se la società decidesse di cambiare registro e di non accettare le indicazioni del tecnico, che a quel punto potrebbe farsi da parte per lasciare spazio a uno tra Simeone o Klopp (ipotesi extralusso), oppure più facilmente a un italiano di "ritorno", come Spalletti o Mancini. Conte, se ci sei, batti un colpo.

Twitter: @dario_pelizzari

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