Pazzi per il green/1, consigli per chi vuole darsi al golf
Quanto segue non interesserà chi golfista lo è già. Ma poiché la curiosità intorno al golf è tanta, anche grazie a personaggi come Tiger Woods, Bubba Watson, Matteo Manassero, e testimonial involontari del mondo del calcio, da Alessandro Del Piero a Gianluca Vialli e Cesare Prandelli o attori come Claudio Amendola, che lo hanno portato alla notorietà anche da noi, ci rivolgiamo qui ai tanti potenziali golfisti cercando di smontare un preconcetto diffuso: per giocare a golf non è necessario essere Paperon de' Paperoni. Anzi, per i neofiti le porte sono più aperte che mai.
di Carolina Durante
4. Pazzi per il green / Sport per tutti
(Corbis)
Il golf è nato in Italia verso la fine dell'800, introdotto da diplomatici inglesi prima a Firenze al parco delle Cascine, poi nei pressi del lago Maggiore – vicino a dove ora sorge il golf di Castelconturbia (Novara), e a Roma, all'Acquasanta, il più antico circolo ad avere mantenuto la sua sede originaria, attivo dal 1903.
Per decenni, ovvero sino ai primi anni '80, l'unico tipo di circolo golfistico esistente in Italia era il club privato, riservato quindi a una certa classe sociale per la quale il golf era un'attività di contorno, più o meno come il bridge. Questi circoli cosiddetti tradizionali - che possono avere un percorso a 9, a 18 o più buche (ma sempre in numero multiplo di 9, secondo la secolare tradizione scozzese) sono i più conosciuti, nel bene e nel male. È da loro che deriva lo stereotipo negativo del golf inavvicinabile, e sono i più numerosi: sorti prima lentamente e poi, negli ultimi trent'anni, a ritmo più serrato, tanto che dal 1982 a oggi, il numero di questo tipo di circoli è quadruplicato, passando da 58 a 239 (solo il Molise ne è sprovvisto).
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