Dal capo autoritario al collega arrivista o finto-amico: gioie e dolori della vita d'ufficio. Che però può migliorare: parola di coach
Dal boss autoritario al collega arrivista, dal finto-amico alla segreteria ipercritica: gioie e dolori della vita d'ufficio. Che però può sensibilmente migliorare, seguendo i (preziosi) consigli di chi se ne intende…
di Betta Andrioli
5. Come sopravvivere a capo e colleghi/Il freddo manipolatore e il «senza orecchie»

Ogni sua mossa è studiata nei minimi dettagli come fosse una strategy aziendale; nulla, nemmeno una mail di routine, sono privi di un secondo fine. Questo capo vuole raggiungere i suoi obiettivi manipolando il personale, atteggiamento deleterio a lungo termine. I dipendenti? Stanno sempre sul "chi va là", e non sbagliano...
«Visto che un capo di questo genere sa molto bene quello che vuole – ci mette in guardia Tripaldi – devono saperlo ancora meglio le persone che lavorano per lui, impegnandosi nel porre paletti ben precisi a propria difesa. È infatti altissimo il rischio di essere sovrastati dalle sue (suadenti) richieste». Una questione di sopravvivenza, quindi: attenzione a non mostrarsi sempre disponibili, dicendo sì anche quando invece non è possibile essere assertivi. Con un capo manipolatore occorre esporre sempre chiaramente le priorità del proprio lavoro, portarle avanti e presentare con metodo i risultati ottenuti. Solo così lui non si approfitterà delle debolezze altrui.
Il capo "senza orecchie" invece ha propri riferimenti interni e sicurezze assolute su ciò che deve dire e fare. Il che assicura una buona leadership, ma comporta un grande problema: non sa ascoltare.
Non raccoglie feedback e neppure spunti per migliorare le relazioni e le attività in ufficio. Che fare con lui? Semplicemente, quando si presenta l'occasione, mostrargli il valore dei contributi innovativi proposti. Così finalmente "sentirà" le capacità del suo team.
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