Dal capo autoritario al collega arrivista o finto-amico: gioie e dolori della vita d'ufficio. Che però può migliorare: parola di coach
Dal boss autoritario al collega arrivista, dal finto-amico alla segreteria ipercritica: gioie e dolori della vita d'ufficio. Che però può sensibilmente migliorare, seguendo i (preziosi) consigli di chi se ne intende…
di Betta Andrioli
1. Come sopravvivere a capo e colleghi/Italiani "brava gente"?

Poco propensi al team working, e cooperativi quanto basta: gli italiani in ufficio non brillano per generosità, battendo (in negativo) i colleghi di Danimarca, Olanda, Svezia e Finlandia. Nel nostro Paese, solo il 39% della working class ama lavorare in gruppo (contro il 55% di media europea, indagine Eurofound).
Italiani individualisti quindi? Parrebbe proprio di sì: solo il 50,7% può "permettersi" di chiedere aiuto al vicino di scrivania (contro una media europea del 67,1%) e un misero 33,6% al proprio diretto responsabile (media europea 56,1%).
Le relazioni personali però sono considerate importanti dall'84% degli intervistati (indagine Randstad), tanto che il 61% dei colleghi d'ufficio si frequentano anche fuori. Amici-nemici, si potrebbe dire… Per ristabilire l'equilibrio c'è uno strumento, decisamente made in Usa, che si sta sempre più sviluppando anche da noi: il business coaching, specifico training guidato da esperti (psicologi) che, proprio come un coach sportivo, ottimizzano talento e inclinazioni del singolo, per ottenere il meglio di sé in ufficio migliorando il rapporto con capo e colleghi. Vediamo come.
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