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Questo articolo è stato pubblicato il 08 maggio 2014 alle ore 09:13.
L'ultima modifica è del 08 maggio 2014 alle ore 12:46.

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Primo Greganti (Ansa)Primo Greganti (Ansa)

Una «cupola degli appalti» avrebbe gestito il sistema dei lavori pubblici in Lombardia arrivando a condizionare anche alcune delle opere di Expo 2015. Con un blitz scattato alle prime luci dell'alba, 200 uomini della guardia di finanza e della Dia hanno arrestato il direttore acquisti e pianificazione di Expo 2015 Spa, Angelo Paris, l'ex senatore di Forza Italia, Luigi Grillo, l'ex segretario amministrativo della Dc milanese, Gianstefano Frigerio (anche lui ex Forza Italia), l'ex segretario dell'Udc ligure Sergio Cattozzo, l'imprenditore Enrico Maltauro e Primo Greganti, il «compagno G» dell'epoca di Tangentopoli. Agli arresti domiciliari e' finito invece Antonio Rognoni, ex direttore generale di Infrastrutture lombarde, gia' coinvolto in un'altra inchiesta alcune settimane fa. Perquisizioni, 80 in tutto, sono ancora in corso in 15 citta'.

Le indagini del pm del pool antimafia Claudio Gittardi e del sostituto procuratore del dipartimento anticorruzione Antonio D'Alessio, coordinati dal procuratore aggiunto Ilda Boccassini e dal procuratore della Repubblica Edmondo Bruti Liberati ipotizzano numerosi reati: associazione a delinquere, corruzione, turbativa d'asta, turbata libertà del procedimento di scelta del contraente, nonché rivelazione ed utilizzazione di segreti d'ufficio.

Sono stati gli stessi magistrati a illustrare in una conferenza stampa i particolari dell'inchiesta. L'associazione per delinquere ruotava, secondo la procura, attorno alle figure di Frigerio, Greganti e Grillo, i quali erano in contatto con i referenti politici e con il mondo imprenditoriale interessato agli appalti in Lombardia e non solo. L'indagine, nata da una costola dell'inchiesta Infinito sulle infiltrazioni mafiose in Lombardia, e' molto piu' ampia di quanto non sia emerso con il blitz di oggi. La procura ha infatti chiesto l'arresto di altre 12 persone, ma la richiesta e' stata respinta dal gip per mancanza di esigenze cautelari. Gli indagati, insomma, sarebbero per il momento una ventina. Le intercettazioni hanno svelato i contatti degli arrestati con esponenti politici di numerosi partiti. Nessun parlamentare, pero', e' al momento indagato.

Gli incontri durante i quali venivano pagate le tangenti avvenivano nella sede del circolo Tommaso Moro, un'associazione culturale di Frigerio e' presidente. Qui sono stati filmati incontri con imprenditori, funzionari pubblici, politici ed ex politici, e anche il passaggio di denaro tra Maltauro e uno degli indagati. Un ruolo importante, secondo i magistrati, era quello di Paris il quale, nella sua qualita' di direttore generale della divisione construction and dismantling e di responsabile dell'ufficio contratti di Expo 2015, si era messo a disposizione degli arrestati. «Io vi do tutti gli appalti che volete, basta che mi garantiate possibilita' di carriera», avrebbe detto Paris secondo quanto ha raccontato il sostituto procuratore Gittardi. Le opere dell'Expo coinvolte nelle indagini sono quelle relative agli appalti sulle Vie d'acqua (aggiudicato da Maltauro), ai parcheggi e al progetto Architettura di servizio (aree di ristorazione, spazi commerciali e servizi aggiudicati da Maltauro e dalla cooperativa Cefla di Imola). In quest'ultima gara sarebbe stata consumata, sempre secondo la procura, la turbativa d'asta. Nell'inchiesta figura, tra gli altri, anche il progetto della Citta' della salute a Sesto San Giovanni.

La promessa di carriere era la leva con la quale si otteneva la disponibilita' dei funzionari pubblici in grado di pilotare gli apppalti. «C'era - ha spiegato Gittardi - una capacita' impressionante da parte di Frigerio di infiltrazione negli appalti della sanita'. Aveva collegamenti con una serie di direttori generali e amministrativi di ospedali».
Greganti, invece, teneva i rapporti con il mondo delle cooperative e le coinvolgeva negli appalti. Proprio il coinvolgimento di Frigerio e Greganti, personaggi gia' finiti in carcere 20 anni fa durante la stagione di Mani pulite, connota con un'impronta particolare l'indagine di oggi e fa ritenere che possa verificarsi una nuova escalation dell'inchiesta. Questo, infatti, ha sottolineato Ilda Boccassini, «e' solo il primo gradino dell'indagine».
L'accelerazione dell'inchiesta e' avvenuta a ottobre dell'anno scorso, quando e' apparso chiaro il coinvolgimento di Paris. «La nostra preoccupazione - ha precisato Bruti Liberati - e' stata quella di agire con rapidita' per permettere a Expo 2015 di ripartire dopo aver fatto pulizia». Nessun atto amministrativo di Expo 2015 e' stato infatti sequestrato proprio per consentire la prosecuzione dei lavori di costruzione.

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