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Questo articolo è stato pubblicato il 09 maggio 2014 alle ore 19:02.
L'ultima modifica è del 09 maggio 2014 alle ore 19:03.

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Nonostante i sorrisi concessi alle decine di fotografi e giornalisti, al termine del suo primo giorno di servizi sociali alla Sacra Famiglia, è presumibile che lo stato d'animo di Silvio Berlusconi sia cupo. E non solo per le quattro ore dedicate a prendere visione di quelli che saranno nei prossimi mesi i suoi compiti verso gli anziani malati di alzheimer ospitati dalla struttura di Cesano Boscone. A preoccupare il Cavaliere è quello che accadrà dopo il 25 maggio.

Giovanni Toti assicura che l'ultimo sondaggio della fidatissima Ghisleri fissa l'asticella a poco meno del 21% con una tendenza «in crescita» anche se tutti gli altri istituti attestano Fi sotto la fatidica soglia del 20%.

È questo il tetto che, al di là dei proclami, inevitabili e scontati, provocherà la frana o al contrario consentirà la ricostruzione del centrodestra e del principale partito della coalizione. Grillo lo sa bene. L'attacco frontale riservato a Berlusconi è un segnale chiaro. Il leader del M5s punta a risucchiare nella sua sfera di influenza quella parte di elettorato di Fi che non rientra nello zoccolo duro dei sostenitori dell'ex premier. Un obiettivo che riceve inatteso sostegno dalle ultime inchieste giudiziarie e soprattutto dagli arresti eccellenti del ex ministro Claudio Scajola e degli ex parlamentari di Fi Gianstefano Frigerio e Luigi Grillo.

«Le inchieste non ci danneggiano», ripetono dalle parti di Fi. Ma la storia dimostra esattamente il contrario, tranne quando ad essere "perseguitato" è il Cavaliere. È solo a lui che il popolo forzaitaliota consente di indossare i panni di vittima del sistema giudiziario. Al contrario, quando nel mirino della magistratura sono finiti altri esponenti azzurri gli elettori berlusconiani sono stati né più né meno giustizialisti dei sostenitori die altre forze politiche.

Del resto non è stato proprio Berlusconi a ricordare, a poche ore dall'arresto di Scajola, che il suo ex ministro era stato escluso dalle liste per le europee perchè un «sondaggio» confermava lo scarso appeal presso l'elettorato di centrodestra? Lo stesso elettorato che, con il Cavaliere fuori dai giochi, potrebbe ora decidere di prestare il proprio voto a alla protesta grillina. Per questo a giorni alterni continua a far capolino il nome di Marina, quale possibile successore alla guida del partito e di aspirante candidata premier. Una sorta di assicurazione a venire per trattenere gli elettori delusi dalle avances di Grillo che chiede loro di mollare al suo destino «l'uomo di Neanderthal »

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