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Questo articolo è stato pubblicato il 12 maggio 2014 alle ore 07:20.

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I livelli di fatturato dei Paesi anglosassoni sono ancora lontani, ma in Italia l'ecommerce continua la sua ascesa. Secondo dati di aprile 2014 rilevati dall'ecommerce Index di NetComm e Human Highway, ormai gli utenti internet sopra i 15 anni che non hanno mai fatto un acquisto in rete sono appena un terzo del totale. Mentre gli utenti che comprano su internet abitualmente sono cresciuti del 22,8% nell'ultimo anno, anch'essi poco più di un terzo del totale.

Tra sporadici e abituali, il numero di smartshopper è salito del 20% nell'ultimo anno. E secondo PriceWaterhouseCoopers, dal 2012 il numero di consumatori interessati ai canali digitali ha superato il numero di quelli affezionati solo ai canali di acquisto tradizionali. Tuttavia, nonostante il crescente interesse per il commercio elettronico da parte degli utenti italiani, promosso anche dall'ascesa dell'uso dei dispositivi mobili (anche per fare shopping), è l'offerta - più scarsa in Italia rispetto ad altri Paesi in cui l'ecommerce è una realtà più consolidata - a frenare in qualche modo la penetrazione del fenomeno dalle Alpi in giù. In Italia, secondo l'Osservatorio ecommerce B2c Netcomm-Politecnico di Milano, le aziende che si sono attrezzate per vendere i propri prodotti e servizi online sono appena il 4% del totale. Un vero peccato, perché la diffusione dell'economia di internet ha un effetto positivo sull'occupazione, in particolare su quella giovanile, secondo il rapporto "Crescita Digitale" realizzato da Marco Simoni della London School of Economics. In media, dice la ricerca, un aumento della diffusione di internet del 10% determina un aumento dello 0,44% sull'occupazione complessiva e dell'1,47% su quella giovanile. Ma anche se i numeri assoluti sono ancora modesti rispetto ad altri Paesi digitalmente più avanzati, il trend evidenzia comunque una crescita dell'attitudine delle imprese a mettere i propri prodotti e servizi su internet.

Secondo i dati dell'Osservatorio Confesercenti, nei primi 10 mesi 2013 ci sono state quasi 2mila nuove aperture di imprese che vendono esclusivamente attraverso la rete, per un saldo positivo (la differenza tra aziende che aprono e quelle che chiudono) di 472 attività. In totale, il numero delle imprese online se è cresciuto del 16,1% in Italia, a quota 11.791 unità, con un aumento concentrato nel Nord. Secondo l'Osservatorio ecommerce B2c Netcomm-Politecnico di Milano, nel 2013 il commercio elettronico in Italia è salito del 18%, con vendite per 11,3 miliardi di euro. Sul trend di crescita ha influito da una parte la difficile congiuntura economica, che ha indotto molte famiglie a monitorare con più attenzione le spese, prediligendo di conseguenza gli acquisti fatti tramite couponing e vendite private (flash sales) online. Ma un impatto determinante è arrivato anche dalla robusta ascesa del mobile commerce, cioè gli acquisti online fatti da dispositivi mobili come tablet e smartphone, in crescita del 255% in un anno. I consumatori che usano l'ecommerce acquistano per il 37% (sul fatturato complessivo) da siti di italiani, per il 28% da siti di filiali italiane di multinazionali, per l'8% da multinazionali senza base societaria in Italia (ma con un team dedicato al mercato) e, infine, per il 27% da siti di imprese straniere globali.

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