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Questo articolo è stato pubblicato il 12 maggio 2014 alle ore 20:26.

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Dopo la vicenda degli applausi al congresso del sindacato di polizia Sap per gli agenti condannati per la morte di Federico Aldrovandi, a fine aprile, e le sollecitazioni ad accelerare sul provvedimento dei presidenti della Camera, Laura Boldrini, e della Commissione diritti umani, Luigi Manconi, oggi è arrivato anche l'appello di Amnesty International che nel lanciare una nuova campagna globale "Stop alla tortura" ha rinnovato la richiesta di prevedere la fattispecie nel codice penale
italiano. L'introduzione del reato di tortura nel nostro ordinamento non sembra più rinviabile, tanto che il disegno di legge che introduce il reato di tortura nel codice penale, già approvato al Senato, dovrebbe, secondo le promesse delle istituzione, approdare in aula a Montecitorio entro la fine del mese. Consentendo all'Italia di recuperare un ritardo di 25 anni rispetto agli obblighi assunti con le Nazioni Unite. Adeguandosi così ai principali paesi europei che hanno già recepito la fattispecie nei propri ordinamenti. Dalla legislazione più "morbida" della Spagna, a quella severissima del Regno Unito, passando per la Francia , il cui sistema, con pene graduali fino all'ergastolo, si avvicina di più a quella che l'Italia si prepara a varare. Caso a parte la Germania, che pur vietando l'uso della tortura non ha un reato specifico nel codice, ma delle norme ad esso assimilabili.

Il Ddl all'esame del Parlamento: pene graduate fino all'ergastolo

Il disegno di legge all'esame della commissone giustizia di Montecitorio (C2168) introduce il reato di tortura all'articolo 613-bis del codice penale. Si va dalla reclusione da 3 a 10 anni che sale da 5 a 12 se il reato è commesso da un pubblico ufficiale. Le pene aumentano di un terzo nel caso di lesioni gravi e della metà per lesioni gravissime. In caso di morte «quale conseguenza non voluta» la reclusione sale a 30 anni e all'ergastolo se «il colpevole cagiona volontariamente la morte».

Francia: fino a 15 anni la pena minima

In Francia il reato di tortura o atti di barbarie è disciplinato dal codice penale. La pena "minima" è fino a 15 anni senza possibilità di godere dei benefici come la sospensione o il frazionamento. La reclusione può arrivare fino 20 anni se commessa su un minore o un disabile fisico o psichico (fino a 30 se il reato è commesso da un genitore, o in maniera abituale nei confronti di una persona vulnerabile per età, malattia o infermità). In caso di morte è previsto l'ergasotolo

Detenzione a vita nel Regno Unito

Il Criminal Justice Act del 1988 prevede la detenzione a vita per chi commette il reato di tortura. Ossia «il pubblico ufficiale» che nell'esercizio delle sue funzioni «pone in essere azioni tali da procurare ad altri sofferenza fisica o psicologica».

In Spagna la reclusione arriva fino a 6 anni

Il codice penale spagnolo modula le pene in base all'autore del reato. In via generale la pena va da 6 mesi a due anni. Se a commettere il reato di tortura è un funzionario pubblico la detenzione va da 2 a 6 anni per fatti gravi e da uno a 3per fatti meno gravi. In ogni caso è prevista l'inabilitazione assoluta da 8 a 12 anni.

Germania, tortura vietata ma senza norma ad hoc

Benché la legge tedesca vieti l'uso della tortura non esiste una norma specifica del codice penale. Ma esistono norme assimilabili alla fattispecie. In particolare i maltrattamenti fisici e psichici in generale sono puniti con la reclusione fino a 3 anni - elevata a 5 per fatti gravi - che passa da 1 a 10 se compiuti da un pubblico ufficiale

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