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Questo articolo è stato pubblicato il 13 maggio 2014 alle ore 19:24.
L'ultima modifica è del 13 maggio 2014 alle ore 21:40.
«Non mi sorprende che (Geithner, ndr) abbia confermato le manovre nei miei confronti». Lo dice ad Alan Friedman Silvio Berlusconi che ricorda come «nel 2011 nei confronti del mio governo, ma anche nei confronti del mio Paese, c'è stato tutto un movimento per tentare di sostituire il mio governo, con un altro governo».
Silvio Berlusconi - si legge nell'articolo di Friedman pubblicato sul Corriere.it «è più che soddisfatto». Le anticipazioni del libro di memorie dell'ex ministro del tesoro Usa Timothy Geithner (Stress Test), pubblicate dalla Stampa, confermerebbero infatti quello che il Cavaliere dice di sapere da tempo, e cioè, che la Casa Bianca bocciò una richiesta da parte di alcuni europei di far cadere il suo governo nell'autunno del 2011.
«Non sono sorpreso. Ho sempre dichiarato che nel 2011 nei confronti del mio governo, ma anche nei confronti del mio Paese, c'è stato tutto un movimento che era partito dal nostro interno ma poi si è esteso anche all'esterno per tentare di sostituire il mio governo, eletto dai cittadini, con un altro governo» dice Berlusconi.
«Già nel giugno del 2011, quando ancora non era scoppiato l'imbroglio degli spread, il Presidente della Repubblica Napolitano riceveva Monti e Passera, come è stato scritto, per scegliere i tecnici di un nuovo governo tecnico e addirittura per stilare il documento programmatico. E poi abbiamo saputo anche che ci sono state quattro successive tappe di scrittura, con l'ultima addirittura di 196 pagine».
«Io - ricorda ancora - avevo la contezza che stesse accadendo qualcosa e avevo anche ad un certo punto ritenuto che ci fosse una precisa regia. Al G-20 di Cannes, addirittura, amici e colleghi di altri paesi mi dissero: «Ma hai deciso di dare le dimissioni? Perché sappiamo che tra una settimana ci sarà il governo Monti.... E l'ha rivelato per esempio Zapatero in un suo libro che riguardava quel periodo».
Berlusconi, scrive infine Friedman, non è sorpreso che queste nuove rivelazioni vengano da un uomo di Obama. «Io devo dire che Obama si comportò bene durante tutto il G20. Noi fummo chiamati dalla Merkel e Sarkozy a due riunioni in due giorni consecutivi e in queste riunioni si tentò di farmi accettare un intervento dal Fondo Monetario Internazionale. Io garantii che i nostri conti erano in ordine e non avevamo nessun bisogno di aiuti dall'esterno e rifiutai di accedere a questa offerta, che avrebbe significato colonizzare l'Italia come è stata colonizzata la Grecia con la Troika».
Intanto l'Unione europea precisa: «Geithner si è riferito a qualcuno altro, certamente non alle istituzioni Ue, non a Barroso, Van Rompuy o Rehn» che, in particolare a Cannes, «hanno difeso l'indipendenza dell'Italia» e «non volevano che andasse sotto amministrazione controllata, come invece chiedevano gli Usa» spiegano fonti della Commissione Ue. «L'Italia era vicinissima all'abisso» e al G20 di Cannes «alcuni tentarono di metterla sotto la supervisione del Fmi» ma «sarebbe stato un disastro» e «noi siamo stati quasi soli a dire che non doveva succedere». È la posizione di Barroso espressa già venerdì scorso a Firenze e ribadita dalla portavoce Pia Ahrenkildde.
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