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Questo articolo è stato pubblicato il 13 maggio 2014 alle ore 08:20.
L'ultima modifica è del 13 maggio 2014 alle ore 08:31.

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Il presidente Usa, Barack Obama (AFP Photo)Il presidente Usa, Barack Obama (AFP Photo)

NEW YORK - Obamacare cura anche l'economia. Un ricostituente capace di spingere il Pil americano, gracile al passo dello 0,1% nel primo trimestre, verso una corsa di buona lena nel secondo, sfiorando il 4%, e nel resto dell'anno. E a sostenerlo non sono politici o militanti liberal - o l'amministrazione che ha dato il nome alla riforma. Sono gli spassionati analisti delle grandi banche, da Goldman Sachs fino a UniCredit.

Miracoli della nuova sanita' americana? Non esattamente: la medicina che ha fatto bene e' stata tutt'altro che misteriosa, semplicemente la ricaduta a pioggia delle dosi di sussidi pubblici prescritte dalla riforma agli americani per comprare le polizze. Combinata con la quantità di polizze, oltre 8 milioni, ben superiore a quanto ipotizzato. Hanno sostenuto la spesa al consumi nei primi tre mesi del 2014, evitando una contrazione del Pil e lo spettro di recessioni, e faranno lo stesso nei tre mesi in corso.

Alec Phillips di Goldman vede dalla riforma e dai suoi incentivi un traino alla spesa, in aumento del 4,5 per cento. "Se eravamo scettici sull'effetto dei sussidi sul reddito personale _ ha scritto ai clienti _ ora questo effetto ci sembra ragionevole, alla luce di maggiori iscrizioni e aiuti statali che si sommano a quelli federali". Senza la sanita', che ha contribuito 1,1 punti percentuali all'espansione, ha aggiunto Harm Bandholtz, analista di UniCredit negli Stati Uniti, "il Pil sarebbe stato negativo nel primo trimestre".

La spesa in sanita', nel primo trimestre, ha infatti marciato al passo piu' veloce degli ultimi trent'anni, il 9,9%, grazie a un'iniezione da almeno 37 miliardi di dollari - e qualcuno stima 43 miliardi - nei redditi delle famiglie. Una iniezione che si e' tradotta in supporto alla crescita complessiva perche' non e' neppure stata solo la spesa in sanita' a beneficiarne: il 40% dei sussidi, liberando reddito prima impiegato a pagare costi di assistenza, trova la strada di altri consumi.

Il futuro appare a sua volta incoraggiante: se le ripercussioni della riforma sanitaria potrebbero essere modeste nella seconda meta' dell'anno, torneranno alla ribalta nel 2015 e nel 2016 con un previsto nuovo picco di iscrizioni e assistiti. E la mobilitazione di altri miliardi o decine di miliardi. "La spesa in medici e servizi ospedalieri sta viaggiando a un ritmo piu' che doppio rispetto al periodo che ha preceduto Obamacare _ ha calcolato Ian Shepherdson, di Pantheon Macroeconomics _ Un risultato che dimostra l'accumulo di una enorme domanda insoddisfatta di assistenza sanitaria".

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