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Questo articolo è stato pubblicato il 13 maggio 2014 alle ore 16:31.
L'ultima modifica è del 14 maggio 2014 alle ore 20:52.

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«Sono radicalmente inventate e prive di qualunque fondamento le affermazioni fatte dal procuratore di Milano Edmondo Bruti Liberati su doppio pedinamento che sarebbe stato fatto per colpa del suo aggiunto, Alfredo Robledo, nell'ambito dell'inchiesta Expo». Lo scrive lo stesso Robledo al Csm definendo quelle parole "lesive" della sua stessa "dignità".

È questa la replica di Robledo in seguto alle accuse di Bruti Liberati che ieri aveva sostenuto come le iniziative del pm Alfredo Robledo «hanno determinato un reiterato intralcio alle indagini» sull'Expo. Lo ha scritto il procuratore di Milano, Edmondo Bruti Liberati in una nota trasmessa al Csm, nella quale osserva che l'invio da parte di Robledo al Csm di copie di atti del procedimento ha anche «posto a grave rischio il segreto delle indagini».

Esplode così la battaglia in seno alla Procura di Milano. È di ieri la dichiarazione di Ilda Boccassini al Csm sulla diatriba. Il procuratore aggiunto di Milano, Ilda Boccassini, nel corso dell'audizione davanti alla settima commissione del Consiglio superiore della magistratura (nell'ambito dell'istruttoria avviata a seguito dell'esposto presentato dall'aggiunto Alfredo Robledo) avrebbe sostenuto che «non c'è stata nessuna irregolarità nè violazione delle regole nell'assegnazione dei fascicoli da parte del procuratore capo di Milano, Edmondo Bruti Liberati, in particolare relativi alle inchieste du Ruby ed Expo».

Sul caso Ruby la Boccassini avrebbe spiegato ai consiglieri che c'era la competenza della Dda perché il pm Angelo Sangermano, titolare del fascicolo insieme al collega Pietro Forno, se lo era portato dietro una volta trasferito alla Direzione distrettuale antimafia. Il procuratore aggiunto avrebbe poi ricordato che si era tenuta una riunione nel corso della quale il pm Alberto Nobili, titolare del pool dei reati contro la persona, aveva espresso il suo assenso al fatto che il coordinamento dell'indagine andasse alla stessa Boccassini.
Quanto alle contestazioni di Robledo sul suo mancato coinvolgimento in quanto responsabile del pool del dipartimento per i reati contro la pubblica amministrazione, la Boccassini avrebbe poi precisato che dall'iscrizione di Berlusconi nel registro degli indagati per concussione e prostituzione minorile alla richiesta di rinvio a giudizio era passato un mese e mezzo e quindi non c'erano altri atti di indagine che Robledo dovesse condividere. Quanto all'inchiesta sulla vicenda Expo, che ha portato agli arresti dei giorni scorsi, la Boccassini avrebbe riferito che l'inchiesta, partita da indagini della Dda, era stata regolarmente co-assegnata con il pool di Robledo.

Di diverso parere invece il pm Pomarici: «L'assegnazione dell'indagine sul caso Ruby al procuratore aggiunto e capo della Dda di Milano, Ilda Boccassini, è stata "anomala" e non conforme ai criteri vigenti», avrebbe riferito il pm di Milano Ferdinando Pomarici, ascoltato in audizione al Consiglio superiore della magistratura nell'ambito dell'istruttoria avviata dalla prima e dalla settima commissione dopo l'esposto inviato dall'aggiunto Alfredo Robledo, che accusa il procuratore capo Edmondo Bruti liberati di irregolarità nell'assegnazione dei fascicoli. Il pm avrebbe aggiunto di avere espresso le sue obiezioni in una lettera inviata allo stesso Bruti.

La posizione del ministero della Giustizia
«Non considero che le diverse opinioni sulla conduzione della Procura di Milano abbiano compromesso l'imparzialità di quella Procura: ci sono dei fatti che vanno analizzati ma il nostro sistema complessivamente prescinde dalla potenziale conflittualità che si può determinare negli uffici. Penso che ci sia da capire e da seguire quello che sta succedendo, ma questo non deve far pensare che venga meno il ruolo e la funzione che anche alla luce di questa inchiesta in Italia la Procura di Milano abbia continuato ad effettuare». Lo ha detto il ministro della Gisutizia, Andrea Orlando, a margine del plenum del Csm sullo "scontro" alla Procura di Milano in merito alle indagini sull'Expo 2015.

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