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Questo articolo è stato pubblicato il 13 maggio 2014 alle ore 12:58.
L'ultima modifica è del 13 maggio 2014 alle ore 18:33.

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Il Primo ministro australiano, Tony Abbott (Bloomberg)Il Primo ministro australiano, Tony Abbott (Bloomberg)

Un nuovo welfare per l'Australia. Il governo di centro destra di Canberra, guidato dal primo ministro Tony Abbot, ha annunciato ieri il suo primo budget, che prevede il ritorno al surplus di bilancio attraverso tagli delle spese (e in particolare di 16.500 posti pubblici), l'aumento dell'età pensionabile e l'introduzione di una tassa aggiuntiva per i più ricchi che porterà l'aliquota marginale più alta al 49%. È previsto in ogni caso un forte aumento degli investimenti ma anche delle spese militari, segno del timore del Paese verso il crescente ruolo della Cina, avversario militare nell'area ma anche importante partner commerciale.

Debito verso il 14,6%
L'intenzione del premier Abbott, in carica da settembre, è quella di azzerare le politiche laburiste seguite finora, che avrebbero portato a un costante aumento del debito. Da un punto di vista contabile si tratta di invertire una tendenza alla crescita del debito netto, che raggiungerà però il 14,6% nel 2016/17: il livello minimo – Estonia a parte – tra i Paesi ricchi, ma anche il massimo per l'Australia dal ‘97/98. Per questo motivo l'opposizione ritiene che il primo ministro stia "inventando" una crisi fiscale per introdurre riforme politicamente motivate. «I giorni dell'"indebitati e spendi" sono arrivati alla fine», ha però detto il segretario al Tesoro Joe Hockey.

Uno stato «più piccolo»
Il progetto di budget 2014/15 prevede il taglio di 16.500 posti nel settore pubblico entro il 2016/17 e 320 programmi pubblici saranno abrogati. «Un governo più piccolo, che interferisce meno, non ha bisogno di così tanti impiegati statali», ha aggiunto Hockey. L'età pensionabile sarà elevata da 65 a 70 anni entro il 2035, mentre sarà riformata la Sanità, anche con la creazione di un Fondo per la ricerca medica da 20 miliardi di dollari che sarà finanziato con una quota consistente dei ticket pagati dagli assistiti.

Più tasse per i ricchi, più investimenti
L'Australia aumenterà le tasse sui più ricchi. Chiunque guadagni più di 180mila dollari australiani l'anno (122mila euro al cambio attuale) dovrà pagare sulla parte eccedente un'imposta aggiuntiva del 2%, che porterà l'aliquota marginale al 49%. Torneranno a essere indicizzate all'inflazione le accise sui carburanti, ferme dal 2001, ma le imposte sulle imprese caleranno di 1,5 punti percentuali. È inoltre previsto un ampio piano di privatizzazioni. Per sostenere l'attività economica, il governo aumenterà gli investimenti per 11,6 miliardi di dollari, in modo da portare il totale degli investimenti pubblici e privati a 125 miliardi nel 2020 e favorire lo spostamento del motore della crescita dal settore minerario ad altri comparti. Il budget prevede una crescita del 2,5% nel 2014/15, del 3% nel 2015/16 e del 3,5% nei due anni fiscali successivi.

In crescita le spese militari
Aumenteranno, e molto, le spese per la difesa, scese ai minimi dal 1938. Il paese ritiene di dover dimostrare di «avere capacità militari per rispondere alle minacce e per proiettarsi nelle aree confinanti», come aveva spiegato Abbott nei mesi scorsi, e raddoppierà quindi le risorse a disposizione delle forze armate portandole al 2% del pil in dieci anni. Saranno acquistati però solo 72 caccia F-35 Joint Strike Fighter, dei 100 programmati nel 2009, insieme ad altri 58 aerei della Lockheed Martin oltre ai 14 già ordinati.

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