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Questo articolo è stato pubblicato il 13 maggio 2014 alle ore 06:38.
Invertire la rotta della politica economica seguita finora a Bruxelles. Basta politiche di rigore monetario e di bilancio, più investimenti. È quello che i costruttori italiani hanno chiesto ieri in un incontro con i candidati capilista alle europee del prossimo 25 maggio. «L'austerità seguita pervicacemente in Europa - ha detto il presidente dell'Ance Paolo Buzzetti - è stata per noi la tempesta perfetta. Ha riportato il settore indietro di 30 anni, causando la perdita di oltre 740mila posti di lavoro».
Le richieste dei costruttori sono sintetizzate in un "decalogo" che articola le «10 proposte per tornare a crescere». Al primo punto c'è l'inversione a "U" rispetto alla politica basata sul taglio della spesa per investimenti, passata dal 2,8% del 2009 al 2,1% del 2013 in Europa e crollata dal 2,5% all'1,8% nello stesso periodo in Italia. Golden rule sulle opere pubbliche, addio al fiscal compact e riforma del patto di stabilità interno sono le tre misure chiave sollecitate per ridare benzina ai cantieri.
Non è più tempo di grandi opere tracciate su cartine. Lo sanno anche i costruttori. E infatti le proposte sanno guardare a obiettivi più generali. Accanto alla realizzazione delle reti europee ci sono le infrastrutture per la «qualità della vita»: difesa del suolo, manutenzione delle scuole, housing sociale, banda larga. Al terzo punto c'è il rilancio del credito per imprese e le famiglie (-60% i finanziamenti per le abitazioni, anche se nei primi mesi del 2014 c'è stata un ripresa). «Anche con deroghe ai vincoli di Basilea 3 per le banche - ha proposto Paolo Astaldi, vicepresidnte Fiec - altrimenti avremo banche solidissime, ma zero imprese». Poi la richiesta di rendere pienamente operativa la direttiva pagamenti (mentre l'edilizia attende ancora 10 miliardi di arretrati) e temi che sono anche di casa nostra come la riduzione del cuneo fiscale, la semplificazione normativa, la promozione dell'efficienza energetica e la riqualificazione delle città. Non manca l'appello all'armonizzazione della normativa tributaria e lo stop agli appalti in house delle concessionarie autostradali.
Buzzetti non si è sottratto all'argomento Expo. «Dobbiamo imparare a seguire le procedure ordinarie come è accaduto con il Giubileo e le Olimpiadi di Torino - è il commento-. Senza perdere tempo all'inizio e poi correre con i bandi credendo di poter recuperare così gli anni perduti». Niente nuove normative, ma due proposte concrete: aggiudicazione basata sulla media delle offerte e creazione di liste di esperti regionali da cui estrarre a sorte i commissari di gara.
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