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Questo articolo è stato pubblicato il 14 maggio 2014 alle ore 07:03.
L'ultima modifica è del 14 maggio 2014 alle ore 07:05.

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BRUXELLES. Dal nostro inviato

ROMA
I morti accertati dell'ultimo naufragio sono 17, secondo l'ultima statistica ieri in tarda serata, ma c'è da fare i conti con i dispersi e potrebbero essere molte decine. Scatta così l'ennesimo violento scontro, poi ridimensionato in serata, tra l'Italia e l'Ue. E oggi al tavolo nazionale di cooordinamento tra Interno, Lavoro, enti territoriali e organizzazioni umanitarie, il Viminale chiederà alle regioni di rendersi disponibili a un piano di accoglienza da 50mila posti in tutta l'Italia. Visto che le strutture nazionali e locali già hanno ricevuto circa 36mila migranti. E stanno ormai esplodendo.
La polemica tra il ministro dell'Interno, Angelino Alfano, e il commissario agli affari interni Cecilia Malmström è pesante. In marzo il commissario Malmström «ha scritto una lettera al governo italiano per chiedere all'Italia cosa vuole esattamente da parte nostra» ha detto ieri il portavoce della Commissione Michele Cercone (si veda Il Sole-24 Ore del 26 aprile). E aggiunge: «Non abbiamo ricevuto risposta, né indicazioni concrete». Alfano parla di «provocazione» e di «ridicolo». Poi ricorda «le quattro richieste del Governo: «L'accoglienza umanitaria bisogna farla in Africa, l'Europa deve andare lì; il soccorso in mare deve farlo l'Europa attraverso Frontex; la sede di Frontex deve essere in Italia; la possibilità per i migranti arrivati in Italia di ricevere asilo politico in altri Stati europei». Senza questi interventi, minaccia il ministro, «lasceremo andare i migranti nei Paesi in cui intendono trasferirsi». Poi la telefonata pacificante. Malmstrom fa sapere di aver «avuto una conversazione telefonica costruttiva e aperta col ministro Alfano» in cui tra l'altro ha espresso «la riconoscenza della Commissione Ue per l'eccellente lavoro che l'Italia sta facendo per assistere i migranti e salvare vite umane». E aggiunge: «Ho anche detto al ministro che la Commissione è al corrente del punto di vista italiano e che non ha mosso alcuna critica alle autorità» dell'Italia.
Il tema verrà discusso al Consiglio europeo di fine giugno. L'Italia aveva chiesto l'anno scorso di ridiscutere il Principio di Dublino, secondo il quale a gestire l'arrivo del migrante è il paese di primo sbarco. Finora, non c'è stato consenso su questa richiesta.
Le salme del naufragio sulla rotta Tripoli-Lampedusa - c'è anche una signora incinta tra le dodici donne morte, una bambina di pochi mesi e un'altra di poco più di un anno - sono giunte a Catania, trasportate dalla fregata Grecale della Marina Militare insieme ai 206 superstiti. Il naufragio, spiega il comandante della Grecale Stefano Frumento, «è avvenuto in acque internazionali, in una zona dove era previsto l'intervento delle autorità libiche che però non c'è stato».
Il comandante della Grecale ha anche anticipato che durante il viaggio verso Catania «sarebbero state identificate due persone sospette che potrebbero essere gli scafisti» del viaggio della speranza che si è tramutato in dramma. La posizione dei due uomini è adesso al vaglio della Procura distrettuale di Catania che ha aperto un'inchiesta per naufragio colposo e omicidio colposo plurimo.
Intanto a Lampedusa una task-force di avvocati supporterà Comune, Guardia costiera e Ong per la tutela dei diritti dei migranti per tutta la stagione di maggior concentrazione degli sbarchi, da maggio ad ottobre prossimi. L'iniziativa, già partita dai primi del mese, è del Consiglio Nazionale forense, della sua fondazione Scuola superiore dell'avvocatura e dell'Unione dei fori siciliani.
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