Storia dell'articolo
Chiudi

Questo articolo è stato pubblicato il 14 maggio 2014 alle ore 16:41.
L'ultima modifica è del 14 maggio 2014 alle ore 16:43.

My24

E' incertezza sui dati, rispetto alle prove Invalsi, tenute il 6 e 7 maggio nelle scuole elementari, e il 13 maggio nelle seconde classi delle scuole superiori.
La direzione dell'Istituto Nazionale per la Valutazione del Sistema Educativo di Istruzione e Formazione, riferisce ufficialmente che la partecipazione ai test è stata tra il 98,48 e il 99,60% nel primo ciclo, e pari al 98,21% degli studenti nella secondaria superiore: risultati dunque assai soddisfacenti.

Tuttavia, gli appelli levatisi da più parti nei giorni scorsi a non accettare i "quiz Invalsi", o anche a boicottare a vario titolo le prove, potrebbero riservare molte sorprese per la fase di valutazione delle prove. "Abbiamo deciso di disobbedire, di rifiutarci di sottoporci ad un meccanismo di valutazione escludente e ingiusto, che mira a rendere la scuola pubblica sempre più al servizio delle logiche manageriali.

Valutare non può significare schedare, mettere in classifica, favorire la competizione tra scuole e studenti, indirizzare e svilire la didattica, rendendola un semplice bagaglio di nozioni da digerire per affrontare i test", ha afferma Danilo Lampis, coordinatore nazionale dell'Unione degli Studenti, che accusa lo stato di spendere "16 milioni di euro per finanziare questo strumento di valutazione dannoso e inutile".

Anche il sindacato Cobas, che per il 13 maggio aveva indetto uno sciopero del personale della scuola, ha pubblicato un vademecum di resistenza ai "demenziali e umilianti indovinelli" miranti a sondare le competenze di Italiano e Matematica, esortando da un lato i genitori a diffidare le scuole dal sottoporre i loro figli ai test, e dall'altro gli insegnanti a rifiutarsi di adempiere alle procedure necessarie alla effettuazione delle prove.

Al di là dei numeri e dell'entità del danno prodotto da azioni più o meno spontanee sulle rilevazioni Invalsi, quantificabili solo a correzione avvenuta delle prove, il florilegio di scatti col telefonino e di tweet, raffiguranti disegnini, risposte ridicolizzanti o commenti sarcastici sulle schede del test, che ha invaso la rete in particolare dopo le prove nelle scuole superiori, racconta di un malumore serpeggiante fra gli studenti, più o meno venato di goliardia.

All'interno del personale docente, la spaccatura tra detrattori e sostenitori delle prove, si sfrangia sia in commenti sferzanti - "Questi test non c'entrano nulla con i programmi scolastici che il ministero ci prescrive" -, sia in osservazioni off the records: "Questi ragazzi mancano di capacità logica ed evitano di mettersi in gioco". Certo è che l'Italia non è sola nella messa in discussione dei test sulla competenza scolastica.

Contro i Pisa
Oltr'alpe si sta formando un fronte internazionale contro gli imparentati test Pisa gestiti dall'Ocse, somministrati ai quindicenni di 65 Paesi. A sostenerlo è un folto gruppo di accademici di primo piano, docenti e genitori di varie nazionalità. Ad iniziare la fronda sono stati il pedagogista Heinz-Dieter Meyer della State University di New York e Katie Zahedi, direttrice della Linden Ave Middle School di New York, che hanno redatto una petizione sottoscrivibile online contro "'il pericoloso assottigliamento del concetto di istruzione" e "la soppressione della gioia dell'apprendimento", che i test PISA produrrebbero.

"L'Ocse ha assunto il potere di determinare le politiche di istruzione nel mondo - sostiene Meyer – e sta diventando sempre più un super ministero globale", colpevole di mortificare le specificità che fanno la ricchezza della cultura del pianeta.L'iniziativa statunitense è rimbalzata nel frattempo nel Regno Unito, in Germania e in Austria. Già qualche settimana fa, a Vienna un'accesa discussione attorno agli ultimi test Pisa, ha sortito la decisione del ministero all'istruzione, di non partecipare alle prossime rilevazioni del 2015.

Il 19 giugno avranno luogo i test Invalsi per le classi finali della secondaria di primo grado, inseriti nelle prove dell'esame di stato di licenza media.Dall'anno prossimo è prevista l'introduzione di test Invalsi anche per le quinte classi delle scuole secondarie superiori.

Commenta la notizia

Shopping24

Dai nostri archivi