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Questo articolo è stato pubblicato il 15 maggio 2014 alle ore 12:05.
L'ultima modifica è del 15 maggio 2014 alle ore 14:02.

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PARIGI - In nome del "patriottismo economico", Parigi ha varato un decreto che allunga la lista dei settori in cui l'investimento di una società estera è soggetto alla preventiva autorizzazione da parte del Governo. Il provvedimento è stato subito ribattezzato "decreto Alstom", visto che è stato palesemente deciso in pieno negoziato sulla cessione delle attività energetiche del gruppo francese.

Una iniziativa analoga era già stata presa nel 2005 dal Governo guidato da Dominique de Villepin, sotto la presidenza di Jacques Chirac, ma si limitava di fatto al comparto della difesa. Il decreto firmato dal premier Manuel Valls e dal ministro dell'Economia Arnaud Montebourg, e immediatamente operativo, aggiunge alla lista i settori dell'energia, dell'acqua, dei trasporti, delle telecomunicazioni e della sanità.

Agli investitori esteri, che siano di Paesi dell'Unione europea o meno, intenzionati ad acquisire il controllo o una partecipazione di almeno il 33% di una società francese operante in quei settori (o di una sua specifica attività) «il Governo – come spiega un comunicato di Montebourg – potrà chiedere impegni puntuali o imporre delle condizioni, al fine di garantire che gli interessi nazionali siano salvaguardati».

Il provvedimento, prosegue la nota, «consentirà al ministro dell'Economia di subordinare il rilascio dell'autorizzazione alla cessione di alcuni asset dell'impresa francese nel mirino a una società diversa dall'investitore estero». Da Bercy insistono nel sottolineare che «non si tratta della possibilità di vietare un'operazione, bensì di subordinare la concessione dell'autorizzazione al rispetto di alcuni impegni». Ma Montebourg ha detto chiaramente che «ora possiamo bloccare delle cessioni». E ha fatto riferimento al Cfius (Committee on foreign investment) americano. Proprio americana – General Electric – è d'altronde la società che si propone di rilevare, per 12,35 miliardi, le attività di Alstom nel comparto energetico (il gruppo francese si concentrerebbe così in quello del trasporto ferroviario). Un'offerta già approvata all'unanimità dal consiglio di amministrazione di Alstom. Il Governo, e Montebourg in particolare, ha però sollecitato un'offerta alternativa da parte di Siemens, che il gruppo tedesco sta mettendo a punto in questi giorni, con l'obiettivo di creare due "campioni europei", nell'energia e nei trasporti. La decisione finale dovrebbe essere presa entro la fine del mese.

Il decreto ha come al solito diviso gli osservatori: da una parte chi ritiene che si tratti di una legittima difesa degli interessi nazionali, anche in una logica di rafforzamento dei grandi gruppi industriali francesi ed europei; dall'altra chi lo giudica come l'ennesima dimostrazione dell'interventismo pubblico sul libero mercato dell'impresa privata (qual è Alstom) e dell'incapacità della Francia di adeguarsi alle regole della concorrenza.

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