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Evans e Matthews superano al meglio le trappole del gioco di gomiti

Cadel Evans e Michael Matthews (Ap)Cadel Evans e Michael Matthews (Ap)

Ancora pioggia, cadute, ciclisti finiti a terra malconci e prime importanti verdetti al Giro d'Italia "salito" ieri all'abbazia di Montecassino. Il risultato è una tappa (da Sassano a Montecassino per 247 chilometri) decisamente interessante anche se condizionata dalla casualità (legata a un maxi scivolone all'inizio della salita finale) degli episodi in corsa. La svolta a una decina di chilometri dall'arrivo quando il gruppo si è frantumato complice anche il "gioco di gomiti" dei corridori per assicurarsi le posizioni migliori per attaccare le rampe, non irresistibili, che portano all'abbazia. Sono rimasti a terra diversi atleti e a farne le spese è stato soprattutto Giampaolo Caruso: a questo proposito si può recriminare sulla lentezza dei soccorsi arrivati con una quindicina di minuti di ritardo prima di caricare sulla barella lo sfortunato corridore siciliano della Kathusa. In seguito alla caduta si sono ritrovati davanti in sei tra cui il leader della classifica, Michael Matthews, e Cadel Evans con a fianco due compagni di squadra in particolare Steve Morabito che ha pilotato il suo capitano fino all'arrivo. A prevalere sul traguardo il sorprendente Matthews che non solo ha conservato la maglia rosa ma ha incrementato il vantaggio in classifica.

Devo osservare che, su una salita non troppo impegnativa, due atleti mi hanno impressionato. Evans (oggi al 2° posto nella graduatoria generale) ha corso con molta attenzione schivando i tanti pericoli lungo il percorso e dimostrando grande determinazione nel finale. E l'altro australiano, Matthews, che, pur non essendo uno scalatore, ha mantenuto il passo e si è imposto sul traguardo anche in virtù delle sue doti di velocista. In passato Matthews (campione mondiale under 23 nel 2013) è stato seguito dal Centro Mapei Sport dimostrando grandi potenzialità.

L'esito di questa prima parte del Giro si sta rivelando favorevole a Evans che si è preparato per l'appuntamento in maniera maniacale alla bella età di 37 anni e, se non uscirà qualche problema fisico, sarà competitivo nell'ultima settimana di corsa. Alcuni favoriti ieri hanno sopportato danni fisici, in seguito a cadute, e ritardi cronometrici. Paga duramente la giornata negativa Joaquim Rodriguez che in serata ha annunciato il ritiro: limitano i danni ma è andata piuttosto male anche a Ivan Basso, Nairo Quintana e Michele Scarponi.

Al ritorno in Italia, dopo l'inizio in Irlanda, non sono mancate le emozioni e, pur in assenza di super-big, il Giro si presenta interessante dal punto di vista agonistico. Con l'incognita del maltempo. E su questo versante sottolineo, quanto avevo già espresso in passato, e cioè l'errore degli organizzatori di accettare il calendario delle corse con lo spostamento del Giro a inizio maggio. Se ben ricordate, fino a diversi anni fa la Vuelta (ora slittata a fine stagione) precedeva la competizione "rosa". Il risultato è che correre in Italia a inizio-metà maggio è inaccettabile perché le condizioni meteo rendono spesso impraticabili e pericolose molte strade delle nostre montagne.

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