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Questo articolo è stato pubblicato il 16 maggio 2014 alle ore 14:12.

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Il presidente dell'EBRD, Suma Chakrabart (Afp)Il presidente dell'EBRD, Suma Chakrabart (Afp)

VARSAVIA - La Banca europea per la ricostruzione e lo sviluppo (Bers), nata nel 1991 per favorire la transizione dei Paesi dell'ex blocco comunista, ha detto che il suo presidente non si recherà al forum per gli investitori di San Pietroburgo, ha minacciato Mosca di ridurre ulteriomente gli aiuti (peraltro già scesi a 1,8 miliardi di euro del 2013 dai 2,6 miliardi del 2012), ha annunciati di allargare la sua sfera di influenza verso i Paesi delle cosiddette "Primavere arabe", aprendo il bord alla Libia del dopo Gheddafi. Inoltre la banca ha deciso di riconoscere l'isola di Cipro, colpita da una grave crisi finanziaria, come "percettore temporaneo" di aiuti.

Il finanziamento Bers alla Russia è infatti crollato lo scorso anno a 1,8 miliardi
da 2,6 miliardi di euro nel 2012 a causa di quello che il presidente della Bers, sir Suma Chakrabarti, ha definito eufemisticamente come le «difficili condizioni di investimento» riscontrate a Mosca. «Un fatto che potrebbe avere un impatto sui nostri volumi di attività in un Paese delle dimensione della Russia se l'economia dovesse continuare a rallentare e gli investimenti a loro volta a frenare». La Bers prevede per quest'anno crescita zero in Russia.

Il tema scelto dalla Banca europea per la ricostruzione e lo sviluppo (Bers) per il suo consueto appuntamento annuale è stato: «Cambiare le economie, cambiare le vite» ma la festa dei 25 anni dalla caduta del Muro di Berlino è stata rovinata dai crescenti rischi di contagio della destabilizzazione ucraina da parte di Mosca e delle rinascenti aspirazioni imperiali russe, uno scenario che certo non piace agli investitori internazionali.
In una riunione annuale - dove c'era presente per l'Italia anche l'ex vice presidente della Bers, Fabrizio Saccomanni - focalizzata sulle preoccupazioni per il conflitto russo-ucraino, la Bers ha deciso ieri sera, come atto finale della due giorni che s'è tenuta a Varsavia, di ammettere la Libia del dopo Gheddafi, tra i paesi che ne fanno parte e di assegnare a Cipro lo status di "percettore temporaneo" di fondi, con l'obiettivo di far superare all'isola medieterranea la difficile fase di recessione in seguito alla crisi finanziaria.

L'isola di Cipro diventa percettore temporaneo
Per quanto riguarda Nicosia, la Bers ha risposto a una richiesta ufficiale proveniente dalle autorità dell'isola, per le quali un impegno Bers rappresenterebbe «un positivo contributo agli sforzi di riformare e ristrutturare l'economia cipriota», economia che è in profonda recessione. L'accordo con Nicosia prevede che la Bers non s'impegnerà in ulteriori operazioni a Cipro dopo la fine del 2020. I finanziamenti saranno gestiti dalla cosiddetta "troika", composta da Commissione europea, Banca centrale europea e Fondo monetario internazionale.

La Bers punterà a rafforzare il settore finanziario, che è stato completamente travolto dalla crisi bancaria al punto che ancora oggi nell'isola ci sono limiti sui trasferimenti di capitali (tetti all'uso del bancomat e della possibilità di ritirare i soldi dal proprio conto corrente o di trasferire capitali all'estero) rendendolo più trasparente e sicuro, inoltre sosterrà il programma di privatizzazione voluto dalle autorità cipriote ma che sta affrontando grande resistenze da parte dei sindacati. Inbfine la Bers darà assistenza alle ristrutturazione, finanziando anche le piccole e medie imprese.

La Libia entra nel board
Il Board dei governatori della Bers ha anche ammesso la Libia come 67mo membro della banca. Questa decisone permetterà al Paese nordafricano, che continua a essere estremamente instabile con forti tendenze separatiste nella regione di Bengasi, di diventare obiettivo dei programi di aiuto della banca europea. La Bers ha allargato il suo campo d'azione dai Paesi ex comunisti ai Paesi del Mediterraneo meridionale e orientale a partire dal 2011, cioè dopo le cosiddette "primavere arabe". Già Egitto, Marocco, Giordania e Tunisia hanno visto arrivare 871 milioni di euro in 34 progetti. La Siria era in lista d'attesa poco prima che esplodesse la guerra civile.

Parlando mercoledì alla sessione di apertura della riunione annuale a Varsavia, il presidente della banca Sir Suma Chakrabarti, ha detto che la Bers ha investito ben 8,5 miliardi di euro in 392 progetti di sviluppo nel 2013, un record. Ad aprile del 2014, la Bers ha varato 97 progetti, rispetto ai 72 dello stesso periodo del 2013. Il valore totale degli investimenti, a fine aprile, aveva raggiunto i 2,3 miliardi di euro, rispetto a 1,4 miliardi di gennaio-aprile 2013.

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