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Questo articolo è stato pubblicato il 17 maggio 2014 alle ore 08:14.

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Senza il Mezzogiorno il Paese incapace di tornare a crescere



Matteo Renzi ha parlato del problema del Sud Italia, problema da affrontare promuovendo la modernizzazione dell'agricoltura e programmazione e valorizzazione del turismo, oltre a favorire la nascita di imprenditorialità diffusa tra la gente, capace essa stessa di gestire la modernizzazione del Mezzogiorno.
G.B.
La Spezia
Nel corso della sua recente visita in Calabria, il presidente del Consiglio, Matteo Renzi, ha detto due cose sacrosante, che forse non risultano troppo popolari presso i meridionali (ai quali appartengo per nascita anch'io): che «la soluzione dei problemi del Sud è nelle mani del Sud stesso»; e che se le Regioni non funzionano (per esempio per ottenere i fondi europei) lo Stato deve poter surrogare le insufficienze locali, espressioni (questa è una mia chiosa) di classi dirigenti spesso provinciali, pigre e succubi del groviglio di (micro)interessi territoriali. Renzi ha chiesto nello stesso tempo una rivoluzione culturale e una rifondazione del potere: vaste programme, avrebbe detto il generale De Gaulle. Non è detto, del resto, che il potere romano voglia, sappia e possa fare molto meglio: le aule parlamentari, infatti, sono piene di esponenti di quella cultura e di quel metodo. La prima cosa da fare, allora, è una campagna d'opinione per spiegare che l'Italia ha bisogno del Sud; se non riparte anche il Mezzogiorno, infatti, ogni speranza di ripresa si rivelerà un'illusione. Ma fare campagna per il Sud significa lanciare nuove priorità che io cercherei di riassumere in due parole: impresa e società. Impresa, per far rinascere uno spirito imprenditoriale che restituisca autonomia e responsabilità ai territori; società, perché le condizioni immateriale dello sviluppo (dal controllo del territorio alla formazione) si possano consolidare, uscendo dalla palude di incuria e complicità nella quale sono precipitate.
Mi pare che il lettore si collochi su questa lunghezza d'onda: peccato che scriva dal Nord. Quando queste idee saranno espresse da cittadini meridionali (e dai loro rappresentanti), avremo fatto metà del cammino.
Le sorprese del Pil
Il Pil è calato dello 0,1%, tutti sono rimasti sorpresi perché era stato programmato un aumento nel 2014. Ma chi fa previsioni rosee, in un Paese con i fallimenti in aumento, la cassa integrazione pure, la produzione industriale ferma, la disoccupazione in ascesa e con migliaia di negozi chiusi?
F.D.
Le licenze delle lotterie
Sul Sole 24 Ore del 4 marzo 2014 è stata pubblicata l'inchiesta intitolata "Il caso Fortunato e le licenze delle lotterie". La vicenda riguardava la concessione del gioco del Lotto alla soc. Lottomatica, in cui ho svolto il ruolo di presidente del collegio arbitrale che ha emesso il lodo risolutore di una vertenza tra la concessionaria e l'Aams: lodo rimasto indenne nel giudizio in Appello e in Cassazione. Anche se solo di rimbalzo, nell'inchiesta sono stato coinvolto e offeso, sia direttamente, sia implicitamente ritraendo le offese da affermazioni di fondo. Ho risposto a Claudio Gatti con puntuali osservazioni su ognuna delle vicende che mi venivano riferite. Ho ricevuto generiche controdeduzioni sostanzialmente assolutorie nei miei confronti, di cui ho dato atto nella successiva risposta.
Ora, rimane da riparare al vulnus che ho subito nella mia reputazione a seguito dell'avvenuta pubblicazione dell'inchiesta. A tal fine reputo necessario, doveroso e giusto comunicare ai lettori del Sole che le inaudite esternazioni di Claudio Gatti non solo non hanno trovato acquiescenza da parte mia, bensì sono state rimosse in virtù delle mie motivate e formali osservazioni.
Ovidio Tilesi
Presidente di Sezione Onorario
della Corte dei conti
Il Dottor Tilesi,
può interpretare come gradisce la mia risposta alla sua lettera. Certo è nel rispondergli privatamente non lo ho né assolto né condannato. Gli ho semplicemente spiegato che, per motivi di spazio, «non potendo scendere in dettaglio, (su di lui) mi sono limitato a riportare giudizi espressi da una parte terza – l'Avvocatura dello Stato – che non ritenevo/ritengo essere accusata di faziosità o antipatia nei confronti del funzionario pubblico oggetto dell'articolo (il Dott Fortunato)».
Insomma, quelle che il Dottor Tilesi definisce «inaudite esternazioni» non sono affatto mie. Sono dell'Avvocatura dello Stato. E non mi risulta che siano mai state rimosse. (Claudio Gatti)

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