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Questo articolo è stato pubblicato il 19 maggio 2014 alle ore 19:04.
L'ultima modifica è del 19 maggio 2014 alle ore 21:12.

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La Polonia ripone la massima fiducia nel lavoro della prossima presidenza italiana dell'Unione europea. È stato il primo ministro polacco, Donald Tusk, a manifestare questa convinzione al premier italiano Matteo Renzi questa mattina nel corso di un incontro bilaterale, il secondo in poche settimane.

Sia pure appartenenti a due famiglie politiche diverse (Tusk del Ppe e Renzi del Pse) tra Italia e Polonia vi è la massima cooperazione per rilanciare la costruzione europea. «Siamo convinti», ha detto Tusk, «che anche grazie all'energia del premier e alla sua iniziativa, l'Ue avrà veramente un grandissimo vantaggio nella presidenza italiana». Il premier di Varsavia ha aggiunto di aver promesso «tutto l'aiuto e ogni forma di cooperazione perché questa presidenza finisca con un grande successo italiano ed europeo». Una cooperazione, ha spiegato Tusk, contro l'euroscetticismo, e contro ogni forma di direttorio dell'Unione europea da parte di pochi Paesi.

Anche sulle principali crisi internazionali si è registrata piena intesa tra Renzi e Tusk. Renzi ha sostenuto la richiesta polacca di affrontare la questione dell'Ucraina nel corso della cena tra i capi di Stato e di governo dell'Unione europea prevista per il 27 maggio. Tusk, a sua volta, sosterrà le posizioni italiane volte a trasformare la crisi libica (con tutte le ricadute anche in termini di politiche migratorie) in un problema di tutta l'Unione. «L'Ucraina - ha spiegato Tusk - non è un problema della sola Europa dell'Est tanto quanto la Libia non è un problema della sola Europa del Sud. Ognuna di queste due crisi queste emergenze ha bisogno di tutta l'Europà». Sulla Libia, secondo il premier polacco «l'Italia non deve essere lasciata da sola, anche se per motivi storici, geografici ed economici è il Paese più impegnato. Nessuno in Europa, di fronte a situazioni difficili deve essere lasciato da solo».

E da Renzi, subito dopo, su Twitter, è venuto un apprezzamento per il modo con cui i polacchi spendono i fondi europei. «Loro - ha osservato Renzi -. anno speso il 97,5% dei fondi europei, noi no. Abbiamo oltre 180 miliardi di euro da investire».

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